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DISCARICA: NOTIZIE, DICHIARAZIONI E PERCEZIONI (senza bisogno di essere indovini)

Sulla vicenda della discarica di Ischia di Crociano ci sono stati nei giorni scorsi due passaggi importanti. Il primo: il pronunciamento avverso della Conferenza dei Servizi Decisoria, convocata per esaminare le richieste di AIA relative al progetto denominato "Opere di chiusura variante 2 discarica ex-Lucchini - riprofilatura discarica Rimateria località Ischia di Crociano nel Comune di Piombino (LI)". Il secondo: l'avvenuta omologa della proposta di concordato in continuità da parte della sezione Fallimentare del Tribunale di Livorno.

Ad oggi non è ancora possibile avere accesso agli atti suddetti; esaminando tuttavia da un lato le dichiarazioni del Sindaco di Piombino e dall'altro quelle del Presidente di Rimateria, possiamo farci un'idea più articolata di quelli che sono i reali progetti sull'area.


Il 16 marzo il Sindaco Ferrari ha affermato sul proprio profilo Facebook che la Conferenza dei Servizi ha dichiarato “l’improcedibilità dell’istruttoria per la mancata di ottemperanza delle prescrizioni [...]”, specificando di seguito “[...] in particolare, le maleodoranze che l’impianto continua ad emettere sono elementi che non potevano consentire l’autorizzazione “. Un giornale locale si è spinto ad affermare che la “sospensione” dell'autorizzazione sarebbe superabile, in un anno, attraverso la messa a norma resa possibile dall'immissione di liquidità (2,5 milioni di euro sotto forma di aumento di capitale più ulteriori risorse per esigenze di cassa fino a 3,9 milioni di euro) da parte dei soci privati.

L'aumento di capitale porterebbe probabilmente la quota societaria detenuta da Navarra ed Iren dal 60% attuale ad oltre il 66%, che lo Statuto della società indica essere la soglia che permette di cambiare lo Statuto stesso. Se i soci privati potranno dunque modificare da soli lo Statuto, dove andrebbe a finire il diritto di veto della parte pubblica sulle modifiche al piano industriale attualmente previsto dallo Statuto? A fronte dell'oggettiva riduzione del peso specifico che ricadrebbe sulle azioni detenute dalla parte pubblica, l'aumento di capitale non dovrebbe dunque essere oggetto di ratifica da parte dei consigli comunali dei Comuni che posseggono azioni attraverso ex Asiu?


Le dichiarazioni che la stampa attribuisce al Presidente Pellati dimostrano una volta di più che la mission di Rimateria è solo quella di fare profitti attraverso l'importazione di rifiuti speciali. Ogni azione di tutela dell'ambiente, di messa a norma, di rispetto delle prescrizioni e ogni richiesta di azione a servizio del territorio (bonifiche, riciclaggio delle scorie, supporto alla siderurgia) viene definita una “rogna” che deprime le capacità di arricchimento dell'azienda. La presenza della parte pubblica, che sarebbe illecita in un'azienda che opera sul mercato, trova giustificazione proprio nella sua natura strategica per il risanamento del vicino SIN, nelle bonifiche necessarie e nel supporto alle attività connesse alla produzione di rifiuti da parte della locale attività industriale. Se, come si afferma, questa non è più la “mission” di Rimateria, tale partecipazione pubblica non avrebbe più ragione di esistere e il controllo sulla correttezza della gestione della discarica verrebbe demandata alla normale attività ispettiva dei soggetti istituzionali preposti: ARPAT, ASL, Regione etc. La stampa si spinge ad affermare: “Di sicuro, se la ritrosia dei soci privati a nuovi apporti è venuta meno, qualche rassicurazione deve essere arrivata dalla proposta, anche questa top secret, […] su cui hanno lavorato Regione e Comune di Piombino”.


Ebbene: è proprio questo TOP SECRET ad essere inaccettabile.

Cosa si sta decidendo, nel segreto delle stanze “che contano”, sulla pelle dei cittadini?

Pretendiamo informazione, trasparenza e consultazione: davvero la politica è morta? Sì, perché si ha la netta impressione che questa sia solo una pantomima ben congegnata al servizio del padrone di turno.

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