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Chiusa: dubbi sulle operazioni di ricollocazione delle sabbie

La Cooperativa la Chiusa Pontedoro sta portando avanti il progetto di costruzione di un porto turistico e per pescherecci nella Chiusa al porto di Piombino. Tale progetto denominato Polo della Cantieristica dei Servizi e delle Attività Ittiche D14.2b – Chiusa della Cornia Vecchia (Pontedoro) ha ottenuto la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) con la delibera n.231 del 13/03/2018 della Regione Toscana. La Chiusa Pontedoro vorrebbe attrarre imbarcazioni di 18 metri che potranno dedicarsi a visitare l'arcipelago Toscano, una clientela di turisti che certamente cerca posti belli ed ambientalmente privi di problemi. Tale progetto contiene anche aspetti positivi, sebbene gravato da pesanti incognite derivanti dalla mancata bonifica dei cumuli della 36 ettari (che sorge accanto lato nord), dalla non scongiurata espansione verso il mare delle discariche Rimateria oppure dallo sviluppo della PIM (situata di fronte lato Sud) verso le demolizioni navali e non verso il rimessaggio e costruzioni navali a cui andrebbe, secondo noi, indirizzata.

Il 31/03/2021 la Cooperativa ha presentato domanda di "non assoggettabilità" alla VIA per un NUOVO progetto: il Ripascimento del litorale ad Est del Polo. Il ripascimento sarebbe eseguito con le sabbie del dragaggio necessario alla costruzione del porticciolo e sarebbero messe al Quagliodromo. La VIA a differenza del "procedimento di non assoggettabilità" comporta una analisi approfondita delle opere che si intendono compiere attraverso le Conferenze dei Servizi. Conferenze in cui vengono chiamati ad esprimersi ARPAT, Demanio, ASL, Comune, ISPRA, e altri soggetti interessati per assicurare che non si avranno impatti ambientali negativi. Tutti possono esprimere la propria opinione in merito alla richiesta di "non assoggettabilità alla VIA" entro i primi di Maggio 2021. Questo permetterà alla Regione di valutare in modo più approfondito tale questione.


Crediamo che il progetto di Ripascimento se da un lato porta certamente un vantaggio economico alla Cooperativa che trova dove collocare le sabbie di dragaggio dall'altro non risolverà il problema dell'arretramento della linea della spiaggia.

Inoltre, non dovrebbe essere più oggetto di discussione il fatto che il ripascimento, fatto in assenza di opere (barriere soffolte) capaci di smorzare l'energia dei marosi, sia del tutto inefficace a contrastare l'erosione costiera. L'esperienza maturata, proprio sulla Costa Est nel corso del 2019, ci racconta che dobbiamo aspettarci non una nuova spiaggia stabile, ma una rimovimentazione e una ridistribuzione, da parte del mare, dei materiali di ripascimento lungo la costa e al largo, le cui conseguenze, nonostante le assicurazioni dei progettisti sulla loro qualità, non sono state sufficientemente valutate.


Ma ci preme sottolineare l’esigenza di valutare l’esistenza di altri problemi, peraltro già da vari interventi sui social. Siamo all'interno del SIN, vicini al Parco della Sterpaia che si prolunga fino al Quagliodromo ed altrettanto vicino si trovano i nuovi terreni che ampliano l'Oasi del WWF, vicino si trova anche l'allevamento dei pesci. Problemi che derivano dal fatto che le sabbie all'interno del SIN ed in particolare quelle così vicino alla Chiusa potrebbero essere per la maggior parte inquinate ed a scongiurare tale pericolo non riteniamo sufficienti le sole analisi di caratterizzazione compiute per conto della Cooperativa. Gli accorgimenti indicati potrebbero garantire di prelevare per il ripascimento esclusivamente sabbie non inquinate? Tale attività sarà fatta senza danneggiare le attività presenti di piscicoltura e balneazione? Sono sufficienti le analisi compiute per conto della Cooperativa da due ditte una che ha fatto il prelievo delle carote e l'altra che le ha analizzate? E' sufficiente in tale zona un reticolo di metri 100x100 o era più prudente utilizzare quello di metri 50x50? Le analisi fatte da ditte pagate dalla Cooperativa non andrebbero valutate o comparate con analisi fatte da Enti Indipendenti in particolare se difformi da quelle svolte da ICRAM al momento della caratterizzazione del SIN? La differente volumetria di sabbie da asportare rispetto al progetto iniziale non andrebbe valutata con attenzione? In tale area si deve operare con la massima prudenza ed è anche interesse della Cooperativa la protezione ed il risanamento dell'ambiente marino, per questo chiediamo che sia necessario fare passare anche tale nuovo progetto dalla procedura di VIA. Chiediamo che il Comune di Piombino quando fornirà il suo parere si esprima contro la richiesta di non assoggettabilità. Questo non andrebbe contro la Convenzione stipulata a giugno 2020 con la Cooperativa in cui in un punto si invitava la stessa a: "predisporre tutta la documentazione e gli atti necessari affinché si creino le condizioni per un utilizzo delle sabbie di dragaggio connesse all’opera portuale oggetto della presente convenzione a fini di ripascimento degli arenili della costa orientale piombinese". La VIA non annullerebbe tale Convenzione, ma permetterebbe di darle un seguito, di verificarne la fattibilità e la sua corretta esecuzione.

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