La Piazza ha formalizzato e depositato le proprie osservazioni al piano strutturale in adozione. Di
tutto questo è stata data notizia pubblicamente tramite social.
Rileviamo con soddisfazione che la nostra iniziativa è stata condivisa anche da altri gruppi,
associazioni e forze politiche e che, finalmente, questi argomenti abbiano trovato evidenza negli
organi di informazione locale.
Le osservazioni depositate da La Piazza contestano un vecchio modo di concepire il turismo, che si traduce nella proposta di realizzare due villaggi turistici, uno nella Sterpaia, con 100 posti letto su 3.700 mq e con servizi balneari dedicati, e uno alle Fabbricciane - Torre Nova con addirittura 1650 posti letto e servizi.
Per la Sterpaia è a nostro parere impossibile aumentare la pressione antropica nel Parco: già l'attuale situazione mette a rischio il delicato sistema naturale, la cui protezione dovrebbe al contrario essere uno degli scopi principali del Piano Strutturale. Preservare la vita di un Parco Naturale non è in contraddizione con l'esigenza di un moderno sviluppo turistico, anzi, ne è il presupposto.
Per Fabbricciane - Torre Nova abbiamo chiesto che vengano accantonate le proposte di nuova
edificazione, in particolare quelle in aree storicamente oggetto di comportamenti illeciti o abusivi.
Si dovrebbero invece valorizzare quei territori con un'opera di monitoraggio e ripristino della
legalità.
Qualora si rilevasse la necessità di una maggiore offerta di posti letto, si dovrebbe facilitare l'utilizzo dell'esistente: dagli alberghi diffusi ai B&B, capaci di prolungare la stagione turistica, superando la dipendenza dalla fruizione dei soli arenili.
Le nostre osservazioni si basano su argomenti che fanno leva sulla protezione delle nostre ricchezze naturali e storiche, per promuovere uno sviluppo turistico anche destagionalizzato.
Abbiamo anche chiesto maggiore chiarezza sull'annessione dell'area di Perelli Bassi alla Riserva
Naturale Regionale, facendo esplicito riferimento alle tutele RAMSAR, chiedendo che ne sia data
immediata attuazione al momento della stesura del Piano Operativo (vecchio Regolamento
Urbanistico).
Abbiamo dedicato un'osservazione alla spiegazione di cosa debba intendersi per economia circolare rilevando che non ha nessun senso affermare che il nostro territorio ha "una naturale
predisposizione per l’economia circolare" visto che la tipologia di ditte riconducibili alla cosiddetta
"economia circolare" è già presente in numero più che sufficiente nel nostro territorio: ci riferiamo a ditte di intermediazione e trattamento dei rifiuti anche pericolosi, ditte capaci di riciclare materiali edili o inerti di tipo industriale e siderurgico, ditte capaci di riciclare pneumatici, ditte addette allo smantellamento navale, ecc. Nell'osservazione dimostriamo come la concessione di nuovi spazi a questo tipo di ditte non sarebbe fonte di occupazione significativa e impedirebbe la diversificazione e lo sviluppo, anche occupazionale, della nostra zona, indirizzandola verso una nuova monocultura al servizio di altri distretti industriali.
Abbiamo anche chiesto che sia espressamente esclusa la possibilità di costruire impianti fissi addetti al trattamento dei rifiuti ed impianti di termo-valorizzazione per produrre energia elettrica mediante la combustione dei rifiuti, specificando in modo chiaro che non siano aumentate nel Piano Operativo le aree a ciò destinate (precedentemente classificate come F6).
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