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Immagine del redattoreLa Piazza Val di Cornia

Dimissioni di Pellati e fermate il polo nazionale rifiuti

Prendiamo atto che non c'è stata alcuna reazione del mondo politico alle ultime mosse di Rimateria ed alle incredibili parole del suo Presidente Francesco Pellati, riportate da un giornale ormai quasi un mese fa. Rileviamo pertanto la gravità di quanto sta accadendo e facciamo due richieste, a nostro parere ampiamente motivate:

1) chiediamo le dimissioni di F. Pellati;

2) chiediamo che sia fatta chiarezza su tutta la vicenda e che l'Amministrazione Comunale e le forze politiche di opposizione dichiarino come intendono comportarsi in relazione alle ultime decisioni prese da Rimateria ed espresse da Pellati. Riteniamo che su queste questioni sia indispensabile aprire un dibattito pubblico.


Rimateria deve ancora pagare molti debiti e mettere a norma gli impianti attualmente in funzione. A breve gli spazi del cono rovescio saranno esauriti e senza nuovi spazi dove conferire non ci saranno entrate che consentano la sopravvivenza della ditta. Il richiesto ampliamento di 350.000 metri cubi, sul quale si fondava la domanda di concordato in continuità presentata al Tribunale di Livorno, non è stato concesso: le due Conferenze dei Servizi hanno infatti bocciato all'unanimità la richiesta di AIA relativa all'ampliamento in quanto non erano state attuate le prescrizioni date dalla Regione per la messa a norma degli impianti.

Per evitare che il Giudice del Tribunale di Livorno dichiarasse il fallimento della ditta, dietro suggerimento di F. Pellati è stato presentato un nuovo piano industriale che prevede l'immissione di nuovo capitale da parte dei soci privati. Il Giudice lo ha approvato e l'accettazione diverrà definitiva se entro luglio sarà approvato anche dai debitori.

Il Presidente di Rimateria descrive la situazione senza peli sulla lingua: "Apprezzo molto l'orientamento del Tribunale che ha dimostrato attenzione e sensibilità sociale (…) L'ammissione del piano va nella direzione voluta e abbiamo davanti un anno (…) Siamo preoccupati perché la Regione Toscana ha respinto la richiesta di autorizzazione integrata ambientale presentata da Rimateria (...) Il piano concordatario è avulso da qualunque altro elemento che non siano le sue due colonne portanti, cioè i ricavi dal conferimento dei rifiuti nel cono rovescio e il sostegno economico dei due soci privati (…) Messi insieme i due fattori economici, il piano concordatario regge di per sé e non ha bisogno di niente. Ma il rigetto dell'autorizzazione integrata pone un problema... mettiamo che tra sette o otto mesi la situazione resti congelata a quella attuale. In questo caso la società chiude. Saremmo riusciti solo a darle un anno in più di vita. Insomma, se non abbiamo il buco dove conferire qualsivoglia tipo di rifiuto la società ha esaurito l'oggetto sociale, e chiude. Da qui ad alcuni mesi abbiamo davanti questo spettro. Ognuno si prenderà le sue responsabilità.".

A nostro avviso non può spettare solo ai debitori valutare le mosse compiute da Rimateria. Secondo noi sia l'Amministrazione, sia tutte le forze politiche (anche quelle di opposizione) devono pronunciarsi adesso, per evitare che ci troviamo fra qualche mese di fronte al fatto compiuto:

l'omologa approvata definitivamente, la richiesta di AIA accolta perché parte delle prescrizioni sono state eseguite (anche se è un percorso molto difficile). Così una ditta nata sotto il controllo pubblico sarà ceduta totalmente ai privati. Pellati, per evitare il fallimento, ha chiesto ai privati di acquisire nuove azioni: in questo modo essi avranno il pieno controllo della ditta e potranno fare quello che ha dichiarato: cercare "il buco dove conferire qualsivoglia tipo di rifiuto" altrimenti "la società ha esaurito l'oggetto sociale, e chiude"!

Ecco riassunto in poche parole il progetto portato avanti da Pellati: mettere Rimateria sotto il completo controllo dei privati e ampliare all'infinito gli spazi di discarica per mettervi i rifiuti provenienti dal mercato nazionale.

Poiché Rimateria era ed è ancora una società partecipata dal pubblico, sia l'Amministrazione Comunale che tutte le forze politiche ed i cittadini, hanno il diritto e il dovere di dire se accettano questa strada. Ai cittadini è stato ripetuto tante volte che il rialzo della discarica doveva servire ad accogliere rifiuti locali e delle bonifiche e che Rimateria doveva dedicarsi al riciclo delle scorie siderurgiche. In realtà nel rialzo della discarica sono andati solo rifiuti provenienti da fuori ed oggi nel cono rovescio cosa viene messo? Rifiuti di cartiere? Rifiuti del distretto delle concerie? Quale specifica hanno le tipologie di rifiuti che conferiscono nel cono rovescio e da quale zona d'Italia provengono?

Chiediamo le dimissioni di Pellati perché non ha neanche provato ad attuare l'indirizzo strategico che la parte pubblica assegnava a Rimateria e che i Consigli Comunali della Val di Cornia avevano votato, anzi ha fatto esattamente l'opposto, sostenendo i progetti dei privati.

Chiediamo le sue dimissioni perché ha sempre minimizzato i danni ambientali provocati dalla conduzione fuori norma della discarica, finalmente riconosciuta da Regione Toscana, Arpat, NOE, ecc.. Chiediamo le sue dimissioni perché ha negato i carotaggi (che continuiamo a chiedere con forza), perché ha impedito quella trasparenza che caratterizza l'agire di qualsiasi ditta moderna e perché il suo curriculum professionale (imprenditore nel settore della pelletteria, incarichi in Banca Cassa di Risparmio Firenze e Banco di Napoli, dirigente della AIMPES, la federazione nazionale delle industrie pelli e cuoio, ecc.) non prevede le competenze ambientali che tale incarico deve prevedere. Chiediamo le sue dimissioni per il rispetto della Legge Madia.


Forse il Comune di Piombino approva il comportamento di Pellati e le ultime scelte di Rimateria? Perché non chiede immediatamente le dimissioni di Pellati? Prima delle elezioni il Sindaco dichiarava che nella zona non era possibile fare nuove discariche o ampliare quelle esistenti, si dichiarava contrario a fare di Piombino un polo di trattamento e gestione dei rifiuti e prometteva dei veri carotaggi. Oggi resta in silenzio e non sappiamo più come intende comportarsi.

La posizione della Regione era molto diversa, già parlava di Piombino come distretto dell'economia circolare (Wecologistic, PIM, Rimateria, ecc.). Ricordiamo che tale definizione, economia circolare, non significa che gira e rigira i rifiuti finiscono in discarica, in un inceneritore o da tutta l'Italia a Piombino e a Scarlino.


Abbiamo appreso dai giornali che Sindaco e un rappresentante della Regione hanno elaborato una proposta comune per garantire la sopravvivenza di Rimateria. Non avevano posizioni diametralmente opposte? Chiediamo al Sindaco ed all'Assessore all'Ambiente Carla Bezzini la massima trasparenza! Vogliamo che anche i cittadini siano messi a conoscenza di questa proposta, altrimenti ci troveremo di fronte a scelte già fatte e non più discutibili.

Recentemente è stato adottato dai Comuni di Campiglia M.ma e Piombino il nuovo Piano Strutturale. A circa due anni dall’avvento della nuova amministrazione, vincitrice sull’onda della lotta per le bonifiche e il risanamento ambientale, cosa rimane di quegli impegni? La variante che prevedeva sull’intera area un parco urbano e soprattutto non stoccare o trattare in zona i rifiuti è contemplata nel nuovo strumento di programmazione urbanistica? O hanno semplicemente spostato di un centinaio di metri l'area da dedicare al trattamento e stoccaggio rifiuti? Le aree SIN dismesse o sottoutilizzate dalla siderurgia, saranno finalizzate ad attività collegate al ciclo dei rifiuti? Perché da cosa si decide di fare e NON FARE in un’area dipende anche il tipo di bonifica che deve essere fatta per ritornare a rendere disponibile quel devastato pezzo di territorio. Insomma, vorremmo fosse scongiurato fin da subito anche, oltre alla partita Rimateria, un percorso che ci porti paradossalmente a peggiorare la situazione, con aree SIN che magicamente risultano pulite e pronte a rispondere ai nuovi appetiti che individuano nel nostro territorio la risposta alle esigenze di smaltimento o trattamento dei rifiuti delle attività imprenditoriali regionali e nazionali. Sì realizzerebbe comunque “Piombino Polo Nazionale dei Rifiuti”, con buona pace delle aspettative di crescita degli altri comparti economici. Si spiegherebbe anche per questo l'astensione del PD che vede realizzato nel Piano Strutturale quanto da sempre voluto per Piombino.


La frase contraddittoria detta a nome della maggioranza durante il dibattito sul Piano strutturale: "Su Ischia di Crociano è stata recepita interamente la variante urbanistica: quell'area non potrà accogliere rifiuti ma potrà ospitare impianti finalizzati alle future bonifiche, nel pieno e concreto rispetto del principio dell'economia circolare sempre rispettando la distanza dai centri abitati di Colmata e Montegemoli..." non implica quanto da noi sopra accennato come ipotesi?

Inoltre chiediamo: quali sono i risultati della Commissione di Inchiesta su ASIU-Rimateria? Quella commissione non è stata istituita per fare una indagine accademica, ma per verificare e capire se le scelte che si stanno compiendo oggi sono nell'interesse del territorio! Alle nostre domande fino ad oggi nessuno ha voluto rispondere.

Si approfitta delle restrizioni imposte dal Covid per evitare di confrontarsi con la piazza dei cittadini?

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