Apprendiamo dai giornali che la SpA Rimateria ha presentato il piano concordatario al Giudice, che entro la metà di Marzo deciderà se accettarlo o dichiararne il fallimento. Di questo piano non sappiamo quasi nulla: questo conferma che la SpA si sottrae a qualsiasi confronto con i cittadini che abitano nel territorio dove essa opera. Non è così che si dovrebbe comportare una ditta che ha le carte in regola per lavorare, le cui azioni possono avere gravi conseguenze sul piano ambientale e sulla salute dei cittadini, eppure tale modo di comportarsi è avallato dal socio pubblico. Del resto lo stesso Sindaco non ha ritenuto necessario confrontarsi con i cittadini in merito alla proposta elaborata insieme alla Regione Toscana per scongiurare il fallimento di Rimateria. Ambedue considerano i cittadini incapaci di valutare una vicenda che in realtà è solo apparentemente complessa, arrogandosi il diritto di decidere le sorti di una azienda che, ricordiamo, è in parte pubblica. Stando a quanto appreso dal giornale, i soci privati hanno stanziato più di 6 milioni di euro, di cui circa 4 per la messa a norma e 2 per un aumento di capitale. Per statuto l'aumento di capitale deve essere approvato anche dal socio pubblico. Questo denaro non sarà sufficiente a pagare sia i debiti che i lavori necessari a mettere in sicurezza le discariche, per cui si conta sui ricavi che deriveranno dai nuovi 350.000 metri cubi ottenuti dall'AIA in discussione e successivamente sulla possibilità di destinare a discarica anche parte della LI53. Quanto affermato dal giornale non ha ricevuto smentita né dai soci privati né da quello pubblico. Se il giudice approverà il piano presentato e se il 16 marzo verrà concessa l'AIA per la nuova discarica da 350.000 metri cubi per la maggior parte speciali e non siderurgici (approvazione che a quanto sembra la SpA Rimateria da per scontato, avendola posta come elemento centrale del piano concordatario) cosa succederà? Succederà che se fino ad ora il socio pubblico poteva almeno in teoria condizionare le scelte aziendali attraverso la nomina del Presidente e opporsi al piano industriale, l'acquisire una quantità di azioni maggiore consentirà ai soci privati di modificare lo Statuto a loro piacimento. Succederà che il personale verrà quasi dimezzato: Navarra lo ha già annunciato nella postilla all'approvazione del bilancio 2018. Abbiamo sempre detto che i lavoratori di Rimateria sono vittime quanto i cittadini di questo progetto assurdo, che affermava di affidare ai privati il compito di mettere in sicurezza la discarica, fare le bonifiche e pagare i debiti. Ovviamente i privati non hanno fatto nulla di tutto questo: hanno invece sfruttato i lavoratori senza fare le bonifiche né mettere in sicurezza le discariche né pagare i debiti. Hanno fatto solo profitto e questo continueranno a fare per i prossimi 6-7 anni, facendoci trovare, alla fine, in una situazione peggiore di quella attuale. Ricordiamo che se 5 anni fa per chiudere in sicurezza la discarica ASIU erano necessari circa 10 milioni di euro, oggi secondo la SpA occorrono circa 16 milioni. I Sindacati valutano positivamente l'accordo raggiunto e fantasticano di possibili “azioni alternative al concetto classico di discarica”, rispolverando iniziative industriali che da anni proponevamo in alternativa alla discarica: riattivazione di impianti per il trattamento di rifiuti industriali, riattivazione di impianti per il trattamento dei rifiuti urbani, stazione di trasferenza, riportare Rimateria ad occuparsi dei rifiuti urbani (noi parlavamo del porta a porta che oltre a qualificare un servizio aumenta il numero di occupati), far divenire Rimateria una ditta capace di impegnarsi nelle bonifiche del SIN, ecc. Tutto questo noi lo dicevamo già anni fa: affermavamo che non era ambientalmente sostenibile costruire in quella zona altre discariche e che quanto sopra sarebbe stato realizzabile solo se la SpA fosse tornata sotto il pieno controllo pubblico. Questa condizione si è allontanata oggi con l'aumento delle quote societarie dei privati. Dove sta la vittoria dei lavoratori? Noi non la vediamo. Infine ci chiediamo: dove ha acquisito la SpA la sicurezza che avrebbe ottenuto la nuova AIA? Dalle affermazioni del Sindaco che indicava proprio in 350.000-500.000 metri cubi gli spazi di nuova discarica accettabiliper scongiurare il fallimento? Allora rinnoviamo la richiesta al Sindaco: qualsiasi decisione in tal senso deve portarla prima al vaglio dei cittadini! Se il 16 Marzo alla conferenza decisoria insieme alla Regione Toscana, pur opponendosi al rilascio dell'AIA lascerà trasparire che in caso di accoglimento delle richieste di Rimateria non farà ricorso al TAR a difesa della Variante e di Colmata centro abitato (ambedue di fatto negate dal rilascio dell'AIA), ebbene in tale caso avrà deciso in piena autonomia e senza consultare i suoi concittadini venendo meno ad un principio democratico per noi irrinunciabile. Alla Conferenza decisoria del 16 Marzo abbiamo inviato le nostre controdeduzioni alle osservazioni presentate da Rimateria, che asserisce con incredibile arroganza che l'AIA “gli spetta” pur non avendo ottemperato alle prescrizioni della regione Toscana ed alle Leggi Nazionali che regolano il funzionamento delle discariche.
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