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Immagine del redattoreLa Piazza Val di Cornia

La rete ospedaliera: a noi è toccato il buco?

Ricordate il vecchio adagio che recita "non tutto il Male viene per nuocere"?

Se, a ragione, possiamo considerare il Covid come un Male, questo avrebbe dovuto insegnarci qualcosa, farci riflettere e quindi modificare radicalmente alcune nostre convinzioni: ad esempio quella che la riduzione degli Ospedali e il loro accorpamento in una unica sede (con disagi per chi abita lontano da essi) sia una scelta vantaggiosa da perseguire. Molte delle criticità legate alla gestione del Covid sono state infatti legate anche alla riduzione dei posti letto. Lo smantellamento (perché di questo si tratta) di Ospedali come quello di Piombino, non può essere giustificato con la carenza di Personale o con la solita litania degli Ospedali in rete.

Una rete è efficiente solo se non ha dei buchi immensi come quello che c'è da Livorno a Grosseto e non è accettabile che vi siano sedi sprovviste di Personale Medico come Piombino (e non ci riferiamo ad attività ultraspecialistiche, ma a quelle di base, necessarie al buon funzionamento di qualsiasi Ospedale).

Sorvoliamo su Ostetricia e Pediatria, che avrebbero dovuto far parte di un piano più complesso e la cui triste situazione ormai è nota a tutti: anche la Radiologia è ormai in situazione estremamente critica, cosi come lo sono la Dialisi e la Cardiologia, l'Ortopedia, la Neurologia e l'Oculistica. Sappiamo bene che c'è carenza (a livello Regionale ancor prima che di USL Nord-Ovest) di Medici dedicati a queste Specialità, ma resta difficile capire come questa rete ospedaliera sia gestita. Prendere un cardiologo da Cecina e fargli fare gli straordinari a Piombino non crediamo possa essere la “soluzione” al problema, se non in via emergenziale e per un ridottissimo periodo di tempo.


In pratica, ogni necessità che non possa essere soddisfatta al Pronto Soccorso deve trovare soluzione in altri Ospedali (Cecina, Livorno o Pisa), visto che sono scomparse anche le reperibilità per Ortopedia, Oculistica o Urologia (richieste spesso come primo trattamento).

Qualcuno può smentirci? Ce ne rallegreremmo! Purtroppo è evidente il continuo pellegrinaggio verso strutture private per eseguire anche banali esami di routine, così come lo sono i continui trasferimenti verso altri Ospedali, con tutti i disagi che questi comportano. È una situazione grave e inaccettabile, soprattutto per chi, anziano o indigente, a queste condizioni non può praticamente più permettersi di curarsi.


Eppure il Covid ha mostrato chiaramente che una distribuzione logica di Ospedali efficienti e la disponibilità di posti letto siano le risposte migliori ai bisogni di Salute dei Cittadini.

Ricordate le corse del Presidente Giani all'affannosa ricerca di posti letto dovunque era possibile, essendo quelli negli Ospedali già occupati? Ricordate la richiesta di aiuto alle strutture private (che hanno però ben altra impostazione nei trattamenti dei Clienti)?

Tuttavia l'emergenza passata non ha cambiato di una virgola i piani delle Aziende Sanitarie: al primo posto continua ad esserci la gestione economica e non la risposta alle necessità delle persone. Basta leggere i documenti ufficiali della Regione per capire quanto il concetto di offerta sanitaria sia rimasto ancora allo stato teorico e quanto invece si continui ad enfatizzare la razionalizzazione, che va tradotta unicamente col termine “risparmio”. Infatti, riducendo il numero dei posti letto (e di tutto ciò che è ad esso collegato) non si riduce il numero dei malati, si allungano semplicemente i tempi in cui questi malati potranno essere curati o si impedisce loro di curarsi.

Questo è ad oggi "lo stato dell'Arte" e non vorremmo che tutto questo si trasformasse in rassegnazione da parte di chi ha bisogno e diritto di veder soddisfatto questo bisogno.

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