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Immagine del redattoreLa Piazza Val di Cornia

Bloccato il collegamento per il porto: senza bonifiche, nessuna prospettiva.

Sul nostro territorio si estende, per circa 931 ettari a terra e 2000 a mare, un SIN (Sito di Interesse Nazional e per le bonifiche) istituito nel 2000.

In questi 21 anni abbiamo visto susseguirsi progetti, caratterizzazioni ed enunciazioni di vario tipo, ma la vera bonifica (cioè l'eliminazione della fonte inquinante) non è mai partita. Alcune

industrie hanno operato sono alcune opere di messa in sicurezza (che consistono in pratica nell'isolare la fonte inquinante) che riguardano solo una minima parte delle aree ove operano, oppure hanno semplicemente interdetto il transito e l'utilizzo di vaste aree, in modo che esse risultino “non necessitare di intervento”. Di fatto, però, tutto l'inquinamento è rimasto: si tratta di terreni fortemente contaminati dall'industria pesante, con inquinamento della falda superficiale e rischi significativi per quella profonda, con spargimento di amianto e polveri pericolose nell'aria.

Ogni volta che qualcuno ha proposto possibili vie alternative per il nostro sviluppo territoriale ha finito in realtà con l'indicare nuove e problematiche “monocolture” per le quali avremmo addirittura una “innata vocazione”: ci riferiamo alla tanto decantata “economia circolare” che, a ben vedere, porterà nel nostro territorio SOLO industrie che trattano, spediscono, stoccano i rifiuti, oltre naturalmente a nuove discariche e inceneritori. Ma persino la condivisibile idea di un'economia del futuro legata alle attività connesse al turismo, alla logistica, all'agricoltura di qualità, ad una industria moderna ed ecologicamente compatibile che non ci renda per sempre “figli di un dio minore” in nome della nostra pretesa “vocazione” ai rifiuti, sarà solo un'illusione se eludiamo il nodo delle bonifiche.


Ciò che è avvenuto in questi giorni conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che senza la realizzazione delle bonifiche ogni volo pindarico è destinato a fallire. Cosa è accaduto?

Ricordate lo “stralcio funzionale relativo allo svincolo Gagno – Terre rosse della SS 398”? Sì, quello che doveva permettere l'ingresso alla nuova zona nord del porto di Piombino e che avrebbe dovuto essere realizzato (in 17 mesi, con avvio dei lavori previsto a partire dal terzo trimestre del 2018) in attesa della realizzazione del lotto I del prolungamento della SS 398 fino al porto.

Su questo svincolo abbiamo letto pagine e pagine di comunicati autoglorificanti da parte sia della vecchia che della nuova Amministrazione comunale, salvo poi arrivare esattamente dove tutti sapevamo ci saremmo arrestati: appunto, le bonifiche.

Il 13 agosto 2021, attraverso provvedimento con numero di protocollo 14196, la Regione Toscana è stata costretta a negare l'autorizzazione all'immersione in mare di inerti di cava finalizzata alla realizzazione della “nuova strada di ingresso al Porto di Piombino – Stralcio SS398 dello svincolo Terre Rosse”. Tale diniego è motivato citando la nota del Ministero della Transizione Ecologica – Divisione III Bonifica dei Siti di Interesse Nazionale (protocollo 191862 del 30/04/2021) che esplicitamente sancisce che “ [...] ritiene che la realizzazione del rilevato stradale possa avvenire solo una volta eseguite le attività di bonifica [...]”.

Si comunica inoltre che l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale (protocollo 28831 del 24/06/2021) dichiara di voler “procedere all’annullamento della richiesta di autorizzazione”.


Riteniamo sia molto grave aver creato le condizioni per l’ennesima fermata di opere indispensabili per il nostro territorio. La mancata connessione fra porto e direttrici viarie e ferroviarie è un’indubbia criticità che impedisce l'avanzamento di un potenzialmente formidabile volano di

sviluppo.

Ci sentiamo di affermare che la vicenda rappresenti, più in generale, la dimostrazione di come non sia possibile immaginare prospettive future per il nostro territorio senza affrontare l’opera più urgente e necessaria, dal punto di vista ambientale come per la programmazione territoriale: le bonifiche.

È sempre più urgente bonificare il nostro territorio per permettere il nostro sviluppo e non importarvi rifiuti da fuori.


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