La Piazza Val di Cornia invia questa lettera aperta al Dott. Gianni Anselmi, chiedendo che venga pubblicata sui quotidiani e sui social nella speranza che le giunga una risposta altrettanto pubblica.
Egregio Dott. Anselmi,
soltanto alcuni mesi fa lei ebbe a dichiarare in un post su Facebook: "...Il raddoppio della discarica di Piombino secondo le modalità che sono state a suo tempo contrastate dalla cittadinanza è già stato scongiurato dalla Regione Toscana, che prevede che si usino eventuali nuovi spazi dell’impianto, nelle aree che devono necessariamente essere messe in sicurezza, soltanto per smaltire scorie siderurgiche stoccate nel tempo o di nuova produzione". Ed ancora aggiunse: "...Riepilogando: non esiste più da mesi per decisione della Regione Toscana la possibilità di raddoppiare la discarica di Piombino per ricevere rifiuti speciali diversi da quelli locali...L’augurio è che Piombino cessi di essere usata come un luogo di propaganda e passerelle e che si torni ad occuparsi seriamente, con continuità ecompetenza, di questo territorio".
Bene, adesso Le chiediamo di verificare che la Regione, in cui Lei ricopre un così importante ruolo, non venga meno alla parola data. Già, perché questo farebbe se concedesse l'AIA per autorizzare 350.000 metri cubi di nuovi spazi di discarica con la possibilità di riempirli con rifiuti da fuori, creando a tutti gli effetti una nuova discarica per rifiuti speciali a poche decine di metri dal centro abitato.
Come ben riporta nella sua dichiarazione, la Regione Toscana ha affermato: potranno essere conferiti in eventuali nuovi spazi di discarica esclusivamente rifiuti locali e di origine siderurgica. Ebbene come potrà facilmente verificare, la SpA Rimateria all'interno della domanda di AIA afferma candidamente il contrario e non sembra nemmeno preoccuparsene molto, certa che le sarà concesso di continuare a fare qualsiasi cosa le torni comodo. Così dichiara, sì, che rispetterà la prescrizione inerente la tipologia di rifiuti ammessi, ma solo in parte e in via provvisoria, perché quando il Demanio accetterà di cambiare il contratto di concessione dell'area ignorerà del tutto tale prescrizione.
Ci sfugge, dott. Anselmi, COSA di fatto abbia scongiurato la Regione Toscana. Abbia pazienza, forse siamo semplicemente un po' duri di comprendonio. Può spiegarcelo di nuovo?
Sappiamo che la richiesta di cambiamento del contratto di concessione è attualmente in corso e che nel procedimento di VIA il Demanio scrisse di essere a favore del progetto di raddoppio presentato da Rimateria, che allora non si limitava certo ai rifiuti locali di origine siderurgica come da Lei e dalla Regione Toscana ultimamente indicato. La SpA si è preoccupata di ripetere più volte all'interno della domanda di AIA la frase: "Nelle more di modifica degli atti di concessione attualmente in essere con l’Agenzia del Demanio, lacoltivazione avverrà esclusivamente con rifiuti da attività siderurgica in modo da ottemperare allaprescrizione di cui sopra". Non può esservi alcun dubbio sul significato di tale frase: appena il Demanio accetterà di cambiare il contratto di concessione la SpA, contrariamente a quanto Lei ebbe ad affermare, riprenderà a conferire rifiuti provenienti da tutta Italia e non di origine locale e siderurgica. Ad ulteriore conferma della volontà della SpA di ignorare fin da subito quanto da Lei e dalla Regione sostenuto, mettono per scritto che 110.000 metri cubi (circa un terzo del totale) di rifiuti avranno la stessa caratteristica di quelli messi nella discarica attualmente in coltivazione, che non ha certo accolto rifiuti locali di origine siderurgica. Chiedono inoltre di quasi raddoppiare le tipologie di rifiuti conferibili sulla nuova discarica che intendono costruire sulla ex-Lucchni. Tipologie che Lucchini non aveva né previsto né richiesto perché vi metteva scorie e rifiuti di origine siderurgica come la Regione chiedeva (apparentemente?) di continuare a fare.
Concedendo a RiMateria la nuova AIA la Regione smentirebbe se stessa e le Sue parole. Accettando quanto scritto dalla SpA le si permetterebbe di mettere nei nuovi spazi la stessa qualità di rifiuti da fuori come ha fatto fino ad oggi.
La concessione della nuova AIA Rimateria determinerebbe altri fatti molto gravi: la Regione aveva chiesto a Rimateria di adempiere a tutte le prescrizioni per mettere a norma ed in sicurezza la discarica attualmente in funzione prima di richiedere qualsiasi nuovo volume di discarica. Quando la SpA ha presentato la richiesta di nuova AIA non solo le prescrizioni non erano state attuate, ma data la quantità e la complessità dei lavori richiesti questi non potranno concludersi prima della fine del procedimento di valutazione dell' AIA. Ecco un altro punto su cui chiediamo la Sua opinione: non le sembra inaccettabile che venga valutata una domanda di AIA quando, difformemente da quanto richiesto, le prescrizioni non sono state attuate se non in minima parte?
Vi è infine un principio da difendere su cui La invitiamo a riflettere: il rispetto dell'Autonomia Locale. Il Comune di Piombino ha riconosciuto Colmata centro abitato e con una Variante urbanistica ha di fatto dichiarato di non consentire il trattamento dei rifiuti nell'area di Colmata.
È vero che una ditta può impugnare tale decisione di fronte al TAR, ma un altro organo dello Stato (in questo caso la Regione Toscana) fino a quando questa non sia dichiarata illegittima ha il dovere di rispettarla e quindi dovrebbe ragionevolmente negare la nuova AIA.
Spesso a chi fa tali osservazioni viene detto che persegue il fallimento dell'azienda ed il licenziamento dei lavoratori. Non è assolutamente il nostro caso: noi contrastiamo semplicemente il piano industriale che la SpA ha perseguito, che è ben diverso da quello iniziale. Noi pensiamo che al pari di altre ditte del territorio, sfruttando capannoni e attrezzature già in parte esistenti e senza nuovi spazi di discarica, l'azienda potrebbe dedicarsi al riciclo dei cumuli abbandonati nel SIN o tornare a gestire in parte i rifiuti urbani. Insomma potrebbe tornare ad essere una ditta controllata dal pubblico che opera per il bene pubblico.
Lei ha più volte affermato di seguire da vicino i problemi che affliggono il nostro territorio: è di questi giorni la notizia che, contrariamente a quanto promesso, il nostro Ospedale continuerà ad essere depotenziato. Non riaprirà più il reparto Maternità, ormai è ovvio, e stiamo perdendo anche quello di Ortopedia. Saremmo davvero curiosi di conoscere il Suo pensiero al riguardo.
Confidando in una Sua cordiale risposta La salutiamo.
La Piazza Val di Cornia.
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