Quasi a voler annunciare la fine dell' estate, alcuni giorni fa una tromba d'aria si è abbattuta su Piombino provocando danni e spavento per l'incolumità di un addetto alla Security al porto. È stato un brusco risveglio che ha ricordato a tutti che non c'è solo da chiedersi "a quale spiaggia andiamo oggi?" visto che al porto sonnecchia paciosa la ex Golar, oggi Italis, con la pancia carica del suo gnl potenzialmente distruttivo. Pochi giorni prima c'era già stato un incidente da non sottovalutare: un incendio su una nave passeggeri che è dovuta rientrare in porto passando a pochi metri dalla ex Golar proprio durante la fase critica e più delicata, quella in cui il gas liquido veniva trasferito dalla metaniera nel rigassificatore.
Fortunatamente tutto è andato liscio, ma subito dopo sono arrivati l'ammiraglio Carlone, comandante generale delle Capitanerie di Porto, e l'ammiraglio Angora direttore marittimo per la Toscana, che hanno incontrato anche i dirigenti di Snam. Anche se si è parlato di una normale visita istituzionale non possiamo non pensare che il tutto sia collegabile ai gravi pericoli corsi dalla città solo pochi giorni prima.
Il 4 settembre il sindaco Ferrari ha incontrato il prefetto Dionisi, che si è dichiarato finalmente pronto a realizzare il Piano esterno per la sicurezza e che non è ancora stato stilato perché la legge dice che questo deve essere redatto entro due anni. La notizia è stata comunicata come se fosse un ulteriore elemento di garanzia volto a rafforzare la tranquillità dei cittadini: in realtà continuiamo a chiederci perché si è deciso di posizionare nel nostro porto la ex Golar in tutta fretta (in nome di una sbandierata quanto inesistente emergenza, nei fatti solo una scorciatoia a favore di Snam) e non si sono accorciati anche i tempi per legge riservati ala redazione del piano esterno per la sicurezza.
Ma le novità non finiscono qui.
In questi giorni Andrea Orlando, candidato PD/5 Stelle alla presidenza della Regione Liguria, si è dichiarato contrario al trasferimento del rigassificatore a Vado perché questo comporterebbe un enorme costo che andrebbe a gravare sulle bollette. Come se di questo costo nessuno fosse stato consapevole quando il trio Draghi-Cingolani-Giani impose (in tutta fretta e cambiando le normative vigenti dichiarando la famosa falsa emergenza) il rigassificatore nel porto di Piombino, precisando che vi sarebbe rimasto solo per tre anni. È vero che la cifra è importante, ma è comunque irrisoria rispetto agli extra profitti che Snam ha potuto realizzare grazie alla collocazione del gas nelle borse speculative. Ma del resto cosa dovremmo aspettarci dalla Meloni col suo attuale governo che, pur avendolo promesso in campagna elettorale, non ha voluto né tassare gli extra profitti né intaccarli imponendo opere compensative (per esempio per sicurezza e trasferimento) dimostrandosi ancora una volta succube delle lobbies dell'energia e della finanza?
È vero che il PD ligure si è opposto con decisione fin dal primo momento a tale trasferimento, del resto con motivazioni che sono esattamente le stesse portate a suo tempo da Piombino; ci ha stupiti il fatto che nessun giornalone o tv li abbia simpaticamente etichettati come nimby e soprattutto, volendo sorvolare sulla levatura personale prima ancora che politica di un personaggio come Calenda, ci ha stupiti il silenzio di Giani che niente ha obiettato ai suoi compagni di partito quando hanno sostenuto che il rigassificatore doveva rimanere a Piombino.
Lo stupore più grande comunque lo abbiamo provato in questi giorni di fronte all'improvviso risveglio del PD locale, che dopo aver brillato per la sua assenza alle numerose iniziative nate nel nostro territorio per dire NO al rigassificatore (come del resto hanno brillato CGIL, CISL, UIL e ANPI) si dice finalmente preoccupato per le dichiarazioni di Orlando. Vale anche la pena ricordare che nelle ultime elezioni comunali il PD era alleato con alcuni dei più strenui difensori dell'idea che fosse cosa buona e giusta mantenere il rigassificatore nel nostro porto per 25 anni. Pur non conoscendo i motivi di questa tardiva resipiscenza ne prendiamo atto e ci aspettiamo che d'ora in avanti potremo contare sulla loro fattiva partecipazione alla lotta perché sia rispettato il fine ultimo del 2026 per l'ingombrante e pericolosa permanenza del rigassificatore nel nostro porto. Sarebbe troppo sperare che sollecitino il PD nazionale a prendere a tal proposito una posizione ufficiale che tuteli finalmente anche Piombino?
Comitato la Piazza della Val di Cornia
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