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Immagine del redattoreLa Piazza Val di Cornia

Lettera aperta ai lavoratori di Rimateria

Aggiornamento: 25 giu 2021

Potremmo semplicemente esprimervi solidarietà, come hanno fatto tutti gli altri: facile del resto, addirittura doveroso. Preferiamo invece parlare alla vostra rabbia, alla vostra delusione e ai vostri timori per il futuro. Sono sentimenti che conosciamo, perché ne abbiamo fatto esperienza negli ultimi anni: la rabbia di veder crescere un mostro voluto per l'interesse di pochi, la delusione di fronte a una classe politica che sapeva dire solo "ci spiace per i disagi che provochiamo ai Cittadini, ma la discarica deve andare avanti”, timori per l'inquinamento che si sommava a quello già presente e che sarebbe ulteriormente aumentato con rifiuti portati qui da ogni dove.

Molti sapevano cosa c'era lì dentro e cosa ci veniva conferito ogni giorno, sapevano che quella discarica non era gestita nel rispetto delle norme: chi ha lasciato che tutto andasse come è andato ha creato le premesse per la situazione di oggi e ne porta la responsabilità..


La storia la conoscete meglio di chiunque altro. Vogliamo parlarne?

1) Negli anni 90 il PD che amministrava tutti i Comuni che gestivano ASIU decise che la discarica andava fatta ad Ischia di Crociano, vicino alle case di Colmata e ad una strada di accesso a Piombino, senza curarsi del terreno paludoso, della vicinanza al mare e alle falde, dei miasmi dell'inquinamento e dei possibili danni alla salute dei Concittadini che abitavano a fianco della progettata discarica. Lo fece ignorando le proteste, le manifestazioni dei cittadini di Colmata e gli esposti inviati alla Procura. Assicurarono che non era una discarica ma un impianto di riciclo, la discarica sarebbe stata utilizzata solo per il poco che non si poteva riciclare, la discarica non si sarebbe mai vista perché più bassa dei capannoni. Promesse presto dimenticate.

2) ASIU per anni è stata usata per tenere basse le tariffe dei rifiuti, che dovevano invece essere comprensive di tutti i costi industriali e di gestione. Tale politica tariffaria, dettata probabilmente da esigenze elettorali, veniva compensata dagli introiti progressivamente crescenti derivanti dai rifiuti speciali provenienti dall'attività siderurgica. La crisi del settore industriale ha portato all'esplosione del debito ASIU. Insieme ad altre storture su cui ci aspettiamo che l'apposita commissione d'inchiesta faccia piena chiarezza.

3) Alla gestione dell'azienda si sono succeduti dirigenti e si sono sommati, con esiti vari, procedimenti e accuse.

4) Col tempo si modificano le strategie, i rifiuti solidi urbani vengono dirottati verso le strutture di Sei Toscana, e si inizia a alzare la discarica oltre i 9 metri previsti, per ripianare i debiti di cui nessuno però parlava.

5) Il movimento di cittadini che è sorto contro il progetto Rimateria grazie alla mobilitazione, alle assemblee ed alle osservazioni inviate ed accolte dalla Conferenza dei Servizi riesce a bloccare la proposta di mettere l'amianto in discarica, Troveranno altre tipologie di rifiuti altrettanto redditizi mentre l'ipotesi di riattivare la TAP (finanziata anche con fondi europei) e finalizzata a produrre materiale dagli scarti di acciaieria (Conglomix prima, Misto Cementato dopo) dura la vita di una farfalla.

6) Giungono i tempi eroici di "Rimateria è la soluzione non il problema": vengono stampati addirittura degli opuscoli per celebrarne i successi, salvo poi trovarsi una mattina con una ispezione dei NOE che smentisce completamente tutto ciò di cui ci si vantava e mette la discarica sotto sequestro.

7) Il Sindaco sembra prodigarsi per riaprire la discarica con un impegno mai visto in precedenza per l'indotto delle Acciaierie o per altre attività che chiudevano.

8) Nonostante una cittadinanza sempre più esplicitamente contraria, venne deciso di aprire la gestione ai privati, puntando sul know how, capacità imprenditoriale e forza economica di cui venivano accreditati, per risolvere i problemi...così non è stato, anzi sono in corso tra loro dispute legali che a noi Cittadini interessano relativamente.

9) Si chiedono sempre nuovi spazi di discarica ,ma non si osserva quanto richiesto da Regione e da Arpat, Non una o due volte, ma continuamente.

10) La Regione, consapevole della delicatezza rappresentata da una discarica in via di fallimento, ha avuto molta pazienza con Rimateria... aspettando un qualche segnale di buona volontà.

11) Arriviamo ai giorni nostri. Non si parla nemmeno più di bonifiche, inutile specchietto per le allodole o se vogliamo utile alibi per chi ha voluto tutto questo. La discarica ha superato i 35 metri e riempito il sito con centinaia di metri cubi di rifiuti speciali provenienti da ogni dove senza che un sul metro quadrato del SIN sia stato trattato. Ormai alla finalità ambientale non ci crede più nessuno.

12) Il Presidente di Rimateria dice chiaramente che lui vuole poter conferire ciò che rende più soldi e che i privati rispondono solo all'interesse degli azionisti.

13) Non avendo ottenuto l'AIA da parte della Regione ,che si rifiuta di prenderla in considerazione per la mancata osservazione delle prescrizioni, i privati optano per il fallimento. Si sono accorti di non poter usare la discarica per metterci qualsiasi cosa, ampliandone progressivamente i volumi e senza essere gravati dai costi di messa a norma.


Il rapido e sommario riassunto di quanto accaduto è corretto? Perchè se lo è, l'attuale esito era prevedibile.

Per questo ci appaiono poco sincere le attestazioni di solidarietà nei vostri confronti, in particolare se provenienti da chi, oltre di essersi disinteressato agli aspetti ambientali, di salute pubblica e di equilibrio economico,non ha nemmeno provveduto a tutelarvi con i necessari ammortizzatori sociali.


Non ci limitiamo ad esprimervi solidarietà: vorremmo incontrarvi ed esplorare con voi ogni via possibile per garantirvi dignità e lavoro. Alcuni di voi ci hanno da sempre considerati nemici: non lo siamo mai stati. Abbiamo semplicemente lottato per i nostri diritti e siamo pronti a lottare accanto a voi per i vostri. Insieme, se lo vorrete.

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