Piombino, 19/06/2020 È interessante la posizione dell'Amministrazione rispetto ad un tema che fu centrale nell'intera campagna elettorale, tanto da aver sicuramente influito sulla sua vittoria alle scorse elezioni: la volontà di opporsi al progetto di fare di Piombino un Polo Nazionale per la gestione e trattamento dei Rifiuti.
Sin dall'inizio questa maggioranza aveva dichiarato che avrebbe fermato il raddoppio della discarica di Ischia di Crociano cambiando la destinazione d'uso di quella zona con una Variante Urbanistica: a suo dire, niente di più semplice. Una variante urbanistica stabilisce che cosa si può fare o non fare in una zona amministrata dal Comune. In effetti ha cominciato a lavorarci, ma lo ha fatto con incredibile ritardo, tanto da rischiare di non avere poi il tempo di approvarla.
È lecito pensare che questo ritardo fosse stato predisposto di proposito? Un dubbio legittimo, considerando quanto in realtà poco sia stato fatto per impedire che Piombino diventasse la città dei rifiuti. L'importante era solo promettere il cambiamento?
Comunque, quali che fossero le reali intenzioni, grazie ad una inattesa proroga valida per tutta la Regione, i tempi per l'approvazione della Variante anche per Piombino sono incredibilmente slittati al 30 giugno. Fantastico, vero? Un vero e proprio colpo di fortuna.
La Variante potrà dunque essere portata in approvazione nel prossimo Consiglio Comunale, pur contenendo sorprendenti cambiamenti di posizione: ci riferiamo all'atteggiamento dell'Amministrazione nei confronti della Wecologistic. Mentre nel febbraio 2019 le attuali forze di maggioranza allora presenti in consiglio comunale si erano opposte alla variante urbanistica votata dall'Amministrazione uscente per permetterne l'insediamento e avevano motivato con chiarezza la loro avversione sia al tipo di provvedimento che al tipo di attività che la Wecologistic si accingeva a
fare nel nostro territorio (avrebbe contribuito a realizzare nella nostra zona il Polo Nazionale dei Rifiuti), soltanto 8 mesi dopo hanno escluso questa azienda dalla modifica della destinazione d'uso prevista dalla variante, dichiarando che essa “non presenta le caratteristiche di pericolosità per la salute rappresentate nell'atto di indirizzo comunale citato” (Quadro Conoscitivo/Relazione Illustrativa-Ottobre 2019).
Eppure la Wecologistic realizza oggi la stessa attività che proponeva a Febbraio 2019: gestione e trattamento di rifiuti anche pericolosi.
Quindi la Wecologistic non è (più) pericolosa, ma l'impianto TAP, che potrebbe trattare inerti, come altre ditte che operano a Montegemoli, sì. Strana visione davvero.
Nella Variante vi sono vari elementi di criticità che prestano il fianco a possibili ricorsi. Questi elementi del resto erano già stati rilevati da alcune forze politiche, ma l'Amministrazione decise di portarla comunque avanti senza correggerli.
Se approvata, questa Variante potrebbe oggi mettere in seria difficoltà i soci privati all'interno della società? Crediamo di sì. È infatti poco probabile che la Regione conceda l'AIA in contrasto con un
cambiamento d'uso deliberato dal Comune di Piombino, almeno fino alla conclusione degli eventuali ricorsi presentati e senza quell'AIA, terminato il riempimento del cono rovescio, i conferimenti sarebbero fermi.
No conferimenti, no money: allora i privati potrebbero abbandonare l’impresa?
Quindi tutto a posto? Forse no: man mano che si avvicina il 30 giugno, giorno della votazione della Variante in Consiglio Comunale, varie dichiarazioni sulla stampa lasciano trapelare più di un'incertezza da parte dei consiglieri di maggioranza che dovrebbero votarla. C'è addirittura chi mette in dubbio che questo documento, su cui in pratica si è basata la campagna elettorale, venga presentato quel giorno. Cosa succede?
La nostra fantasia ci porta ad immaginare due ipotesi.
La prima: col pretesto di indurre i consiglieri a votarla eliminando il rischio dei ricorsi, potrebbero modificare la Variante autorizzando “solo” quelle volumetrie (i 400 mila metri cubi di rialzo della ex Lucchini) che, di fatto, salverebbero l'azienda e soprattutto gli interessi dei privati. In questo modo si potrebbe far apparire ai cittadini che “si sta comunque lavorando per fermare il progetto di raddoppio”, facendo tutto il possibile.
In realtà non farebbero niente di diverso da quello che già aveva dichiarato diversi anni fa il primo Presidente di RiMateria: la prima vera necessità dell'azienda è sempre stata quella, terminato il cono rovescio, di poter rialzare la vecchia discarica ex-Lucchini, con altri 400 mila metri cubi di rifiuti speciali. È risaputo che questo garantirebbe la tenuta del piano industriale di RiMateria dandole nel frattempo respiro sufficiente ad aspettare che siano portate a compimento
le complicate procedure di approvazione del raddoppio della discarica, condizionate anche dai vincoli dettati dal Ministero dell'Ambiente circa la preventiva realizzazione, ai fini del raddoppio, della bonifica dell’area prevista.
La nuova Amministrazione in questo caso non farebbe che muoversi esattamente nel solco della continuità con quanto da sempre portato avanti dalla vecchia Amministrazione.
La seconda ipotesi: la maggioranza potrebbe far slittare la votazione oltre il 30 giugno. In questo caso si darebbe il tempo a RiMateria di ottenere il concordato in continuità o
addirittura l'AIA per la partenza dei lavori secondo il progetto approvato. A questo punto la variante sarebbe assolutamente inutile, per cui non si porrà nemmeno più il problema di doverla o non doverla approvare.
Questi nostri fantasiosi ragionamenti nascono dalla mancanza di chiarezza e trasparenza che caratterizza il dibattito sulla Variante, costituito solo da scarni comunicati comparsi sulla stampa nelle ultime settimane. Non era certo questo il cambiamento di marcia che la città si aspettava.
Certo una cosa questa Amministrazione l'ha cambiata: ha interrotto ogni dialogo con i
cittadini. Le scelte vengono prese nel chiuso delle stanze del palazzo comunale, con
un'indiscutibile mancanza di trasparenza.
Con l'arrivo del nuovo presidente di RiMateria (nominato su diretta indicazione del sindaco), sono subito cambiate due cose: oltre a firmare il ricorso contro atti del Comune che lo aveva appena nominato, ha immediatamente sospeso le assemblee mensili con i cittadini. È vero che fornivano informazioni di parte, ma consentivano comunque di conoscere atti e progetti dell'azienda.
Oggi nulla è dato sapere neanche su quelli.
Stessa cosa per quanto riguarda la commissione d'inchiesta sul debito Asiu: nonostante sia stata più volte richiesta, non c'è stata alcuna pubblicazione di documenti, atti e audizioni sul sito del Comune, in modo da consentire alla cittadinanza di seguire e/o supportare quel lavoro.
Perfino le scelte urbanistiche più impattanti (dalla costa all'occupazione di aree agricole, alle scelte sul porto e sull'area industriale) sono solo evocate in scarni comunicati stampa, spesso a giochi ormai fatti.
L'Amministrazione che c'era prima ha avuto la presunzione di credere che avrebbe avuto sempre e comunque la città al proprio fianco e si è lanciata in rischiose scelte di programmazione territoriale; abbiamo visto come è andata a finire.
L'attuale Amministrazione investe molto in operazioni di immagine (flashmob, video e tagli di nastri) ma sta ben attenta a mantenere riservato quanto sta realmente facendo... e NON facendo.
Ci viene il dubbio che tutto il dibattito che in questi giorni viene alimentato intorno alla Variante non sia che una sceneggiata. La vera partita forse si gioca su un altro livello.
Certo è che se il 30 giugno la politica, con un pretesto o con l'altro, non si assumerà la
responsabilità di prendere chiaramente posizione, sarà finalmente chiaro che non c'è stato in realtà alcun cambio di marcia.
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