Siamo circondati da ignavi: tutti a dire che “no sanno ”, che “c'è bisogno di tempo per capire ” ...
Evidentemente uno stabilimento agonizzante da anni e un Ospedale che sta chiudendo pezzo per pezzo non bastano a far loro capire la situazione in a t to.
A noi sembra invece così chiaro da risultare imbarazzante: si vuol ridurre Piombino a un luogo dove è possibile fare tutto quello che è inaccettabile altrove.
L'ultima perla della sistematica demolizione della ripresa economica del nostro territorio è il rigassificatore: u n'altra fonte inquinante che danneggerà fortemente la nostra economia e la diversificazione economica.
Ci piacerebbe allora che il Presidente della Regione avesse almeno il coraggio di dirlo chiaramente: a Piombino non si deve n a s c e r e, non ci si deve curare, non si deve lavorare. E tutto perché si è identificato questo territorio come enclave per i rifiuti (in senso letterale e pratico del termine) al servizio di altri distretti industriali Toscani (che contano) o Italiani. Altro che itticoltura, turismo, trasporti marittimi, piccole e medie imprese, rilancio delle acciaierie, ecc .
La politica, incapace di stabilire u n Piano Energetico Nazionale per l'autonomia energetica e le fonti rinnovabili, ora cerca di rispondere alla crisi originata dalla guerra in Ucraina in modo incoerente e con leggi “eccezionali” che permettono di collocare i rigassificatori in luoghi identificati come sacrificabili, senza tener conto delle normative atte a valutare il loro impatto sulle località prescelte.
Il Presidente della Regione sarà il Commissario Straordinario che potrà a suo insindacabile giudizio disporre dove e come attuare la rigassificazione, sentito il parere di SNAM che, guarda caso, ha già depositato le sue verifiche alle Autorità portuali. Cosa c'è ancora da capire? Non riescono a immaginarsela una nave di 300 metri ormeggiata in porto, co n l'ulteriore conseguente inquinamento di un'area già compresa in un SIN? Non riescono a capire che lo Stato, lungi dal voler bonificare un'area tanto disastrata nonostante tutte le promesse fatte, intende sacrificarla ulteriormente ignorandone le enormi potenzialità? A cosa saranno destinate le vaste aree demaniali in concessione a JSW e non più necessarie ad una moderna acciaieria elettrica e alla
laminazione? Perché non vengono recuperate le aree inutilizzate ed in concessione alla discarica ex Rimateria? Perché vengono lasciati in completo abbandono centinaia di ettari del SIN da bonificare?
Se davvero avessero a cuore il tema dell'energia si potrebbero mettere in sicurezza tutte quelle aree e utilizzarne una parte per vaste distese di pannelli per il fotovoltaico o pale eoliche e, perché no, grazie all'energia elettrica fornita dal sole e dal vento produrre idrogeno verde.
Invece cosa fanno?
Progettano di mettere il fotovoltaico in Val di Cornia utilizzando terreni agricoli che potrebbero produrre grano e girasoli, proprio quei generi alimentari il cui prezzo è destinato ad aumentare vertiginosamente nei mesi e negli anni a venire.
Invece di piazzare un rigassificatore nel porto di Piombino o di permettere l'allargamento di una discarica in barba alle raccomandazioni dell'Europa (che continua ad affermare che discariche e inceneritori sono ormai del tutto obsoleti) potremmo finalmente investire in tecnologie in grado di produrre energia pulita, rapidamente disponibile e in linea con le più moderne indicazioni relative alla sostenibilità ambientale. Invece cosa facciamo? Per la felicità di alcuni (vi siete chiesti di CHI?) ci accontentiamo di produrre u n po' di energia elettrica a costi altissimi, esponendo la città e il comprensorio a un elevatissimo rischio e a un danno economico incalcolabile per i settori legati
all'economia del mare .
Come cittadini dobbiamo svegliarci una volta per tutte e tornare ad essere attori del nostro futuro: non ci bastano i danni fatti da chi finora si è riempito la bocca di promesse?
Chi come noi è contrario al rigassificatore non è egoista o insensibile agli interessi nazionali: semmai è il contrario. Lo Stato non può continuare ad ignorare i disastri a cui ci ha esposti relativamente all'ambient e, all'industria, al turismo e pretendere di aggiungerne altri che colpiranno gli allevamenti ittici, i trasporti marittimi e la sicurezza dei cittadini. Perché un rigassificatore in un porto dentro la città o a poca distanza dalla costa è un rischio che nessuno in Italia (vedi Pisa o Livorno) ha accettato , nessuno può fingere di non esserne consapevole. Davvero non trovate strano come certe decisioni vengano prese di corsa e attuate a velocità incredibile, in nome di un'emergenza che sta sempre più diventando la norma, quando per dare gambe agli Accordi di Programma delle Acciaierie (giusto per fare un semplice esempio) non sono bastati gli annunciati tempi biblici?
Comments