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Immagine del redattoreLa Piazza Val di Cornia

Pericoli imminenti: il fallimento di Rimateria non può giustificare ritardi

Aggiornamento: 16 ago 2021


Riteniamo sia invece urgente intervenire sia sulla questione ambientale, sia sul futuro della ditta preparato dalla Curatrice fallimentare, che influisce anche sul destino dei lavoratori.

Parlando dell'emergenza ambientale, riteniamo inaccettabile quanto affermato pubblicamente dal Sindaco e dall'Assessore all'Ambiente del Comune di Piombino, che hanno dapprima definito preoccupante la situazione ambientale creata dalla discarica, salvo poi correggere il tiro e precisare che non vi sono pericoli immediati. Tale posizione da un lato cerca di giustificare il mancato intervento del Sindaco (primo responsabile della salute di tutti i cittadini), dall'altro permette alla Curatrice fallimentare di non fare nulla per la messa a norma dell'impianto: ha infatti mantenuto un numero di lavoratori non sufficiente a garantirne la sicurezza e ad iniziare le operazioni di chiusura della discarica ormai quasi esaurita. Leggendo l'ultimo rapporto Arpat (di cui abbiamo visto solo una parte delle conclusioni) ci chiediamo come sia possibile non considerare un “pericolo immediato” la fuoriuscita del biogas dalla superficie della discarica (che presenta ampie zone scoperte, con pozzi del biogas non collegati all'impianto di estrazione e trattamento), né il mancato funzionamento dell'impianto di trattamento del biogas (che quando va bene viene semplicemente bruciato in torcia), né il fatto che i livelli del percolato in più moduli e nella vasca di raccolta non siano mantenuti al di sotto del livello di guardia, né la mancata manutenzione delle pompe che estraggono il percolato. E ancora, non ci espone a un pericolo immediato non verificare se ci siano infiltrazioni di percolato nella falda superficiale, visto che questo è stato rilevato in varie analisi? Non sarebbe da verificare subito che non si siano rotti i teli di fondo della discarica Rimateria e della ex-Lucchini? Se non si provvederà immediatamente alla copertura provvisoria con sistemi sintetici, è chiaro cosa succederà quando arriveranno le prime piogge, oltretutto senza che sia completato il sistema di raccolta delle acque meteoriche.

Questa situazione non è considerata di “pericolo immediato”? Oltretutto manca anche la rete di monitoraggio della qualità dell'aria.

Ci saremmo aspettati che il Comune di Piombino dichiarasse pubblicamente di ritenere la Curatrice fallimentare responsabile dei danni ambientali conseguenti alla mancata esecuzione dei lavori prescritti per legge e che disponesse di fare finalmente quei carotaggi (peraltro previsti in numero insufficiente e a poca profondità) che si era impegnata a fare per escludere la presenza di rifiuti pericolosi inaccettabili in una discarica come quella di Rimateria, possibilità paventata sia dalla Commissione di Inchiesta Parlamentare che da vari rappresentanti della Giustizia. Infatti mentre la discarica dal 2015 riceveva rifiuti dalle ditte livornesi indagate per traffico illecito di rifiuti pericolosi, riceveva anche varie diffide dalla Regione per la mancata ottemperanza alle prescrizioni necessarie al normale funzionamento dell'impianto: per un periodo sono mancati persino gli stalli dove sottoporre i rifiuti ad analisi prima della loro messa a dimora. Riteniamo grave che l'Assessore all'Ambiente ritenga inutile fare adesso questa richiesta perché potrebbe portare a una ulteriore svalutazione della discarica e quindi non essere ritenuta vantaggiosa dalla Curatrice. Sembra che in pratica sia più vantaggioso non fare i carotaggi (e quindi non portare alla luce eventuali prove di reato) per favorire l'acquisto di una discarica “come se” fosse a norma rispetto alla natura dei conferimenti, con buona pace della sicurezza dell'ambiente e dei cittadini. Possibile che nessuna Autorità abbia niente da eccepire? Noi siamo al contrario convinti che i carotaggi vadano eseguiti subito e che la discarica vada messa in sicurezza assumendo tutti i lavoratori necessari a gestirla per tutti i mesi in cui andrà avanti la procedura fallimentare: non possiamo pensare che sia lasciata in abbandono per tutto questo tempo, affidandola solo a 13 persone. Per chiedere questo non basta scrivere una lettera o fare una telefonata: su questi argomenti si deve far pronunciare il Consiglio Comunale e le sue richieste devono essere inviate alla Curatrice fallimentare e al Giudice. Se questo non bastasse si può ricorrere alla Procura, alle ordinanze Sindacali o cercare altre strade.

La politica può avere una grande forza persuasiva quando vuole lottare per la difesa dell'ambiente e per la difesa del posto di lavoro di 41 famiglie, a meno che non si arrenda a priori, lasciando di nuovo tutto in mano ad altri che perseguono solo interessi privati.

Le Amministrazioni Comunali dovranno pur pronunciarsi sul futuro di Rimateria, o pensano forse di limitarsi ad osservare quello che accade, dandosi poi reciprocamente la colpa del disastro a cui la loro inazione certamente porterà?


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