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Quale sarà il destino della SpA Rimateria?

Piombino, 14/07/2020


Non è vero che non ci sono alternative, come sostengono Navarra e Unirecuperi. I soci privati vogliono farci credere che se non faranno le nuove discariche (destinate a rifiuti provenienti da tutta Italia) la società è necessariamente destinata al fallimento. In realtà, senza nessun ampliamento degli spazi, RiMateria può ancora avere un ruolo utile al territorio, a condizione che torni ad operare al servizio del bene pubblico. In questo caso non fallirebbe RiMateria, ma naufragherebbero i progetti di guadagni milionari dei soci privati. Di cui a noi importa ben poco, ma che evidentemente stanno molto a cuore a qualcuno. Per ottenere il dilazionamento di quei debiti che da anni tengono RiMateria sull'orlo del fallimento, il suo Presidente ha proposto al Tribunale di Livorno un nuovo piano industriale: se questo si basasse sulla costruzione di una nuova discarica sulla ex Lucchini crediamo che il Presidente, rappresentante anche dei soci pubblici, non avrebbe dovuto avallarlo. Del resto la Regione ha autorizzato solo il conferimento di rifiuti siderurgici o derivanti dalle bonifiche e il Vice Sindaco in piazza ha esplicitamente escluso che si concedesse il rialzo della ex Lucchini. RiMateria ha sempre sostenuto che non si tratterebbe di fare una “nuova discarica”, ma semplicemente di rialzare e chiudere la vecchia discarica ex Lucchini: non è vero. Non potrebbero, infatti, limitarsi a rialzarla aggiungendo nuovi rifiuti come hanno fatto quando hanno rialzato la discarica ASIU: la tipologia dei rifiuti che vi vogliono conferire richiederebbe che i rifiuti già presenti sulla ex Lucchini fossero spostati dal centro ai lati per formare un “catino” sul quale verrebbe posto, dopo varie superfici isolanti, un telo di fondo e uno strato drenante con i collettori per il drenaggio del percolato. Si tratta dunque di una nuova discarica a tutti gli effetti che viene a sovrapporsi ad un'altra già chiusa e che, stando alla legge, non può sorgere in un luogo che dista meno di 500 metri da un centro abitato. Da censurare il comportamento dell’appena nominato Presidente di RiMateria il quale, appena insediatosi, non ha esitato a firmare un ricorso contro la delibera appena votata dall’Amministrazione che lo aveva proposto per quel ruolo e che dichiarava Colmata centro abitato. Questo ricorso, che peraltro non ha ancora vinto, ha mostrato sin dall’inizio l’insensibilità del neonominato Presidente nei confronti della salute dei cittadini. In un articolo comparso recentemente sul Tirreno, Navarra ammette candidamente che intende costruire una nuova discarica quando, relativamente alle discariche che dovrebbero sorgere sulla ex Lucchini e sull'area adiacente detta LI53, si esprime così: “a seguito del conseguimento delle autorizzazioni relative alle nuove discariche progettate” e poi ancora “rende oggettivamente impossibile la realizzazione dell'interesse alla gestione delle nuove discariche”. Nuove discariche. Il CdA di RiMateria, composto anche dai soci pubblici, avallando questo piano industriale non consentirebbe ai cittadini di veder tutelato il loro diritto alla salute. La costruzione di nuove discariche all'interno di un SIN consentirebbe solo a dei privati di guadagnare commercializzando rifiuti provenienti da tutta Italia, non rispettando inoltre il principio di prossimità. Non ci stancheremo mai di ripetere che non si possono fare nuove discariche in un'area che ha una falda superficiale a circa 2 metri dal piano di campagna, in un terreno paludoso; come possono avere credibilità i progetti presentati da una società che non ha ancora messo in sicurezza la discarica attualmente in coltivazione, anche quando un tracciante del percolato è stato trovato addirittura in punti esterni alla discarica ed in un pozzo privato (Decreto n.18561 del 15-11-2019)? Molti altri elementi (la vicinanza del fosso Cornia Vecchia che sfocia in mare, la vicinanza della linea di costa, ecc) indicano che ampliare le discariche in quella zona è più che mai un assurdo! Se è vero che i Privati devono rispondere agli azionisti, il Presidente e i Comuni devono rispondere ai cittadini! Ci dicano allora chiaramente: quale nuovo piano industriale hanno accettato? Forse quello che si aspettano gli azionisti, che non ha niente a che vedere con l'affermazione che RiMateria sarebbe stata al servizio del territorio e delle bonifiche (Comuni di Campiglia Marittima e San Vincenzo), né con le dichiarazioni di chi sosteneva di voler impedire qualsiasi ampliamento di RiMateria (Comune di Piombino, con la promessa Variante). In base allo Statuto la parte pubblica ha diritto di veto su qualsiasi nuovo piano industriale e il Presidente può dimettersi qualora fosse costretto a firmare qualcosa che ritiene inaccettabile. Ricordiamo, per amor di precisione, che ad oggi i soci privati non hanno pagato neanche la metà delle azioni che dicono di aver acquistato. Da parte nostra, crediamo che i soci pubblici debbano presentare un loro piano industriale, coerente con i principi su cui è nata Rimateria, senza farsi intimidire da chi per sua stessa ammissione ha come unico fine l’utile per i propri azionisti. Possono e devono farlo, se hanno a cuore gli interessi della collettività.

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