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Rigassificatore, discarica e cittadini

Il gruppo La Piazza della Val di Cornia, pur non avendo competenze legali e rimettendosi al giudizio degli avvocati, ha sostenuto la richiesta di sospensiva e il ricorso al Tar, ritenendoli atti doverosi per contrastare la decisione di posizionare il rigassificatore nel porto di Piombino. Riteniamo inoltre che era altrettanto doveroso appellarsi al Consiglio di Stato per non accettare quanto stabilito dal TAR che ha negato la pericolosità e l’insostenibilità della presenza della Golar Tundra nel nostro porto. Non ci hanno blandito le promesse compensazioni né i promessi 1590 nuovi posti di lavoro collegati al rigassificatore di cui in molti sembrano aver perso memoria.

Sul rigassificatore e sull’emergenza di cui si è dimostrato nei fatti l’inesistenza, la nostra posizione non cambia.

Osserviamo con preoccupazione che da parte di alcuni soggetti, alla cui opinione viene spesso data grande evidenza sui quotidiani locali, è ancora forte la speranza di tenere la Golar in porto per 25 anni.

Prendiamo atto, pur non condividendola e ritenendola dannosa, della scelta dell’amministrazione Comunale di non appellarsi al Consiglio di Stato. Il Sindaco afferma che nella sentenza il TAR impone la permanenza della Golar Tundra a Piombino solo per tre anni. Riteniamo illusoria tale convinzione in quanto il TAR non potrebbe imporre tale scelta. Il TAR in realtà richiama quello che il Commissario Giani e l’AIA rilasciata dal MASE avevano scritto: “la nave rigassificatrice rimane per tre anni”. Tale richiamo è funzionale a indebolire le contestazioni che il Comune di Piombino faceva in merito alla tutela dell’ambiente e della sicurezza. Ci lascia perplessi il certificare, motivando il mancato ricorso al Consiglio di Stato, come dalla battaglia legale abbiamo ottenuto: “ …tutte le garanzie in ordine alla sicurezza”.

Nulla vieta di utilizzare questi tre anni per attivare le procedure “ordinarie” (o inventarsi nuove emergenze) per provare a prolungare la durata dell’AIA ed annullare la durata massima dei tre anni di permanenza nel porto di Piombino. I motivi che potrebbero portare a prolungare la permanenza nel porto di Piombino sono molteplici ma principalmente l’interesse economico di SNAM: non a caso è proprio l’AD di SNAM ad evocare in questi giorni sulla stampa locale il possibile prolungamento della permanenza nel nostro porto.


Sempre sul tema delle compensazioni e scarsa memoria, anni fa non ci convinsero le promesse di Rimateria collegate al raddoppio della discarica. Sulla discarica abbiamo preso atto delle inquietanti risultanze della Commissione d’Inchiesta e attendiamo i risultati dei procedimenti legali ancora in corso a tal riguardo. Nel frattempo ci chiediamo perché l’amministrazione comunale non ha fatto i promessi carotaggi, perché non viene monitorato l’iter della richiesta di inserire tutta l’area discariche all’interno della trincea drenante per la messa in sicurezza della falda superficiale (entrambi gli impegni sanciti dal voto trasversale in Consiglio Comunale) e perché non si sia puntato con forza alla ripubblicizzazione di Rimateria per mettere i suoi impianti al servizio delle bonifiche del Sin di Piombino. Ci chiediamo infine se Rinascenza, l’attuale proprietaria della discarica, stia operando nel rispetto delle prescrizioni che portarono al sequestro degli impianti la mancanza di: due centraline fisse e analisi qualità aria comunicate periodicamente, impianti per il recupero energetico del biogas che fuoriesce dalla discarica, trattamento in loco del perdolato, ecc.

L’essere gestita da una società privata non esime dal controllo sulla discarica.


Potremmo andare avanti su quanto avviene su ospedale, tutela del territorio, prospettive industriali etc..

In questi anni i “Comitati” hanno permesso che argomenti spinosi e interessi enormi fossero conosciuti, sviscerati. Questo ha portato a mobilitazioni e lotte che hanno coinvolto gran parte della cittadinanza. Hanno dato noia a molti.

Ci sono state scelte che hanno portato alcuni a lasciarsi usare per fini politici. Si è permesso di fare crescere un rancoroso tentativo di delegittimazione volto a chiudere la parentesi della partecipazione popolare alle vicende locali.

Il gruppo La Piazza della Val di Cornia non accetta l’indistinta accusa “ai Comitati” e rivendica la propria coerenza, operando sempre nel merito e mai a favore o contro qualcuno a prescindere.

Per quanto ci compete, continueremo a tenere alta l’attenzione a tutela della Cittadinanza, non rinunciando a legare le nostre rivendicazioni a quelle dei tanti comitati e movimenti che lottano in difesa dell’ambiente e dei propri territori, contro la svendita agli interessi speculativi della finanza, dell’energia, dei trafficanti di rifiuti.


Gruppo La Piazza della Val di Cornia

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