La Cooperativa “La Chiusa Pontedoro” sta portando avanti il già approvato progetto di costruzione di un porto turistico e per pescherecci nella Chiusa al porto di Piombino, approdo strategico per imbarcazioni di lusso fino a 18 metri che volessero visitare l'Arcipelago Toscano e la nostra bellissima costa.
Tale progetto, ben visto dalla precedente e dalla attuale Amministrazione, vorrebbe attrarre un turismo di lusso e dà per scontato che la bellezza e la salubrità del luogo in cui dovrebbe sorgere il porticciolo non siano compromesse dalla presenza dalla nuova centrale termoelettrica che dovrebbe essere costruita proprio in quella zona fra tre anni (quattro ciminiere alte 30 metri, accanto al lato Ovest), dalle mancate bonifiche dei cumuli della 36 ettari (che sorge accanto al lato nord), dallo sviluppo della PIM dedita alle demolizioni navali (situata di fronte al lato Sud).
Il 31/03/2021 la Cooperativa ha presentato domanda di "non assoggettabilita' alla VIA” per
un NUOVO progetto: il ripascimento del litorale ad Est del Polo. Secondo questo progetto, le
sabbie del dragaggio necessario alla costruzione del porticciolo verrebbero utilizzate per il
ripascimento del Quagliodromo e di parte della costa Est.
Prima di concedere la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) le Conferenze dei Servizi (in cui
vengono chiamati ad esprimersi ARPAT, Demanio, ASL, Comune, ISPRA ed altri soggetti interessati alla tutela dell'ambiente) effettuano verifiche ed analisi approfondite sulle opere che si
intendono compiere. Non assoggettare un procedimento alla VIA significa di fatto saltare a piè pari questa importantissima fase di monitoraggio e di verifica ed è a nostro parere assurdo e molto pericoloso.
Un progetto di ripascimento di questo tipo porta certamente un notevole vantaggio economico alla Cooperativa, che trova dove collocare le sabbie di dragaggio senza dover pagare per smaltirle come rifiuto. Crediamo però che possa rappresentare un pericolo per la Costa Est: se da un lato non risolverà il problema dell'arretramento della linea della spiaggia (le mareggiate invernali se la rimangeranno come sempre), dall'altro rischia di compromettere gravemente la qualità delle acque e della spiaggia. Quelle sabbie potrebbero infatti essere inquinate (ricordiamo che vengono dragate da un bacino che si trova all'interno del SIN). Il procedimento di VIA avrebbe dovuto appunto scongiurare questo pericolo: perché volerlo saltare?
Ci chiediamo anche se e come questa operazione potrà avere un impatto sulla normale attività
del vicino allevamento ittico. Anche in questo caso la VIA sarebbe stata una garanzia in più.
Ci saremmo aspettati dal Comune di Piombino e dall'Assessore all'Ambiente (che certamente è in
stretto contatto con il Nucleo di Valutazione) una maggiore prudenza chiedendo di sottoporre alla
VIA tale progetto. Nell'Aprile 2021 hanno invece dato sostanziale assenso alla non assoggetabilità alla VIA basandosi solo su analisi compiute da ditte incaricate dalla Cooperativa. In tre paginette scarne il progetto viene riassunto e la questione velocemente liquidata.
Viceversa ARPAT ha espresso su tale richiesta un parere molto critico articolato su 14 pagine
dense di importanti valutazioni, tutte negative, sui molteplici aspetti del progetto. Riportiamo solo
parte delle conclusioni: "Trattandosi di un’operazione di ripascimento con sedimenti provenienti da un SIN, destinati ad una spiaggia sempre ubicata all’interno del SIN, soggetta a procedimento di
bonifica non ancora concluso, ma comunque ad uso balneare - l’idoneità dei sedimenti da
movimentare deve essere valutata con criterio particolarmente cautelativo. L’approccio utilizzato
dal proponente non presenta i necessari requisiti di cautela".
Riteniamo quindi poco comprensibile, soprattutto perché non basato su analisi indipendenti ma
esclusivamente su quelle fornite dal proponente (la Cooperativa) la posizione del Comune di
Piombino che "ritiene che l'intervento sia auspicabile e senza impatti ambientali negativi (...) non
emergono elementi in grado di determinare criticità di tipo sanitario in ordine alla futura
balneabilità del sito..".
Questa posizione del Comune spingerà la Regione a non intraprendere il procedimento di VIA.
Vedere di buon occhio un progetto non dovrebbe comportare la frettolosa accettazione di procedure
che potrebbero determinare danni ambientali. Davvero Rimateria non ci ha insegnato niente?
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