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Immagine del redattoreLa Piazza Val di Cornia

AIA Rimateria: seconda serie osservazioni

Aggiornamento: 1 dic 2020

Come preannunciato e tenendo conto anche di alcune sollecitazioni pervenute nella assemblea online del 26 u.s., abbiamo fatto seguito alle precedenti osservazioni inviate alla Regione Toscana con questa nuova serie che riportiamo di seguito. Osservazione n.7 Quando la SpA afferma che: "Le discariche ex-Lucchini e RiMateria sono ubicate all’interno di un sistema integrato di impianti per il trattamento dei rifiuti da tempo realizzato nella zona industriale di Piombino", volutamente omette di parlare della nuova variante urbanistica che nega a tale zona qualsiasi nuovo utilizzo sia in ambito industriale sia in quello dedicato alla creazione di nuovi spazi dedicati al trattamento dei rifiuti. La variante destinando la zona di Ischia di Crociano a uso completamente diverso impedisce la creazione di nuovi volumi di discarica: "Obiettivo della variante è quindi quello di indirizzare l’ambito in oggetto verso una destinazione a parco pubblico urbano, quale elemento di protezione e riqualificazione ambientale: con forte valenza di salvaguardia ambientale che elimini la possibilità di realizzarvi impianti che abbiano ricadute negative, ancorché modeste, sulla salute dei cittadini che abitano nelle vicinanze e su tutto il territorio della Val di Cornia; che permetta una riqualificazione paesaggistica della zona mediante la sua rinaturalizzazione.”.


Osservazione n.8 I vari nomi: "sovralzo, sopralzo, rialzo, sormonto, ecc.." con cui la SpA chiama la nuova discarica che vogliono costruire sopra la ex-Lucchini, vuole nascondere un fatto evidente, cioè che chiudono la ex-Lucchini senza rialzarla e non aggiungendovi altri rifiuti. Solo dopo averla chiusa vi costruiscono sopra una nuova discarica, nuova discarica che per legge è impedita sia per la vicinanza del centro abitato di Colmata sia dalla variante approvata dal Comune di Piombino. Il fatto di non occupare nuovo suolo, come hanno sottolineato, non significa che non stanno costruendo una nuova discarica. Che si tratta di una nuova discarica non lo evidenziamo solo noi ma persino il Presidente del gruppo Navarra Enrico Casini quando spiega ( nell'articolo del 1 Luglio 2020 comparso nella cronaca locale del giornale "Il Tirreno") la necessità di ottenere le autorizzazioni alle discariche Variante 2 e LI53. Del resto le seguenti frasi: "realizzazione delle coperture definitive della discarica ex-Lucchini nella consistenza volumetrica attualmente esistente di rifiuti industriali senza prevedere nuovi conferimenti, con modifica della morfologia e capping di chiusura sommitale", "Il progetto prevede quindi la variazione della configurazione morfologica esistente, e la posa in opera delle coperture definitive del modulo", "Si precisa che i sistemi di raccolta, convogliamento e stoccaggio del percolato dalla ex Lucchini attuale e dal sovralzo saranno indipendenti fra loro.", ecc., le frasi tutte contenute nella richiesta di AIA, evidenziano che prima effettueranno la chiusura della ex-Lucchini e solo successivamente la costruzione sopra di essa di una nuova discarica del tutto separata come mostrano del resto gli stessi disegni forniti dalla ditta. Vi è infine un ultima considerazione che vogliamo sottolineare: al di là di qualsiasi definizione il rispetto sostanziale della legge che tutela la salute degli abitanti di un centro abitato è negato se a meno di 500 metri da esso si progetta e si accetta che vengano messi 350.000 metri cubi di nuovi rifiuti.


Osservazione n.9 La Ditta afferma che: "La seconda porzione, di cui alla presente progettazione, riguarderà la discarica ex Lucchini....... Essa conserverà il punto di scarico previsto nella relativa AIA vigente.", data la genericità della documentazione pubblicata, non viene specificato se e come il punto di scarico delle acque dilavanti la discarica ex-Lucchini nel fosso Cornia Vecchia viene adattato alle nuove condizioni.


Osservazione n.10 "Il percolato sarà inviato, mediante tubazioni in HDPE De90 PN 16, a serbatoi di raccolta di cui è prevista la realizzazione in prossimità della zona impianti di Rimateria. Il percolato sarà poi inviato al trattamento presso centri autorizzati". Questa sorprendente frase contenuta nella richiesta di AIA evidenzia il rapporto che la Ditta ha con le prescrizioni. Sono state costantemente ignorate e rimandate nel tempo la loro esecuzione. Lavorando fuori norma hanno recato danno alla salute dei cittadini e all'ambiente. Si arriva al paradosso che ad esempio la prescrizione riguardante la riattivazione dell’impianto di trattamento ad osmosi inversa del percolato, presente in area e non funzionante, è completamente dimenticata, come se non fosse mai esistita. Così Rimateria dichiara tranquillamente che il percolato sarà inviato a smaltimento e trattamento presso centri autorizzati, riteniamo invece che la riattivazione di tale impianto, richiesto dalla Regione Toscana fin dal 2016, non è più rimandabile. Riattivazione che deve avvenire prima dell'inizio della coltivazione dei nuovi spazi. Così si permetterebbe l’impiego del refluo in uscita e la riduzione dei rischi ambientali legati al trasporto del percolato sul litorale toscano fino alla zona di trattamento. Ma sopra ogni cosa si ridurrebbe il fabbisogno idrico che è costantemente deficitario nella nostra zona. L'indicazione data dalla Regione Toscana nel 2016 oggi è stata volutamente dimenticata dalla SpA Rimateria, può fare altrettanto la Regione? Un altro esempio: con l’atto di diffida n. 5859 del 20/4/2018, era stato prescritto al gestore l'immediata esecuzione di una campagna di indagine isotopica sul percolato e sulle acque sotterranee(monte e valle della discarica) in via cautelativa al fine di escludere il contatto tra percolato e acque di falda superficiale. Tali analisi non sono state eseguite con l'urgenza richiesta e sono iniziate al Agosto 2018. Vogliamo riportare le parole con cui venie valutata questa prima indagine. Le troviamo nell'Allegato 1 al Decreto 5688 del 12/04/2019 con cui venivano accolte le modifiche proposte da Rimateria all'AIA relativa alla 4 Variante: "...le acque prelevate nel pozzo privato PO_1, ubicato in loc. Colmata, e nel piezometro denominato PZ_vascaLI53, mostrano invece evidenze di una possibile contaminazione da percolato sulla base del contenuto di trizio. Il pozzo privato suddetto fornisce risultati alterati anche sulla base del rapporto deuterio/ossigeno18, insieme alle acque del piezometro denominato P2_C, ubicato nell’area Conglomix. Tali evidenze necessitano di ulteriori monitoraggi di approfondimento... ". Sempre nello stesso Allegato 1 si prescriveva: "considerate le anomalie riscontrate a seguito dell’indagine isotopica, si prescrive che entro 6 mesi dal rilascio dell’atto aggiornamento dell’AIA, siano effettuati approfondimenti, supportati da uno studio idrogeologico, al fine di escludere la correlazione tra le anomalie rilevate e la presenza della discarica". Quindi entro Ottobre 2019 dovevano arrivare le nuove analisi per escludere la contaminazione da percolato delle acque sotterranee. Le indagini saranno eseguite di nuovo in ritardo da una ditta pagata da Rimateria e consegnate ad ARPAT ad Agosto 2020. Ebbene le ultime analisi consegnate mancano di fatto dello studio idrogeologico e la loro conduzione è stata tale che ARPAT è stata costretta a richiedere la loro ripetizione. Così l'indagine "urgente" chiesta nel 2018 si trasforma in indagine all'interno del Piano Di Controllo e Monitoraggio la cui esecuzione avverrà presumibilmente intorno ad Agosto 2021( per renderla confrontabile con la prima indagine). La mancata attuazione delle prescrizioni sono molte: le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell'aria dovevano essere montate entro Febbraio 2020; l'impianto di desolforazione e i cogeneratori dovevano funzionare correttamente entro Aprile 2020; entro giugno 2020 doveva essere installata la seconda soffiante per garantire una corretta aspirazione del biogas; le coperture temporanee dovevano essere terminate entro Maggio 2020; le opere idrauliche temporanee dovevano essere terminate entro il 10 ottobre 2020; ecc. Fra l'altro le date di queste prescrizioni arrivano dopo che la S.p.A. ha rivisto più volte i vari cronoprogrammi presentati alla Regione che ne stabilivano l'esecuzione ben prima! Vogliamo sottolineare e ricordare quanto scritto nella Delibera della Giunta Regionale Toscana N. 1414 del 18-11-2019 : "1) di esprimere, in conformità all’art. 25 del Dlgs.152/2006, pronuncia positiva di compatibilità ambientale relativamente al “progetto da realizzarsi presso il polo industriale in loc. Ischia di Crociano, Comune di Piombino (LI), suddiviso nelle seguenti sezioni: ........ Variante 2 alle opere di chiusura della discarica Lucchini-riprofilatura con la discarica RiMateria..." "3) di subordinare, per le motivazioni riportate in premessa, il rilascio degli atti autorizzativi relativi alle attività del progetto di cui al punto 1) alla completa ottemperanza a quanto disposto con diffida/sospensione n. 18561 del 15/11/2019 disposta dal Settore Bonifiche e Autorizzazione Rifiuti...." . Quindi la SpA Rimateria non poteva presentare la richiesta di AIA perché numerose ed importanti prescrizioni contenute nella diffida continuano ad essere inevase. La SpA Rimateria ha ultimamente richiesto una proroga alla loro attuazione spostando nel tempo la fine dei lavori necessari ad attuarle, tale proroga farà in modo che nemmeno il Gantt(cronoprogramma) presentato per la nuova AIA potrà probabilmente essere rispettato. La quantità e qualità dei lavori programmati per rispettare le prescrizioni sconta ritardi di anni ed è impensabile che la Ditta riesca a ottemperarvi nei tempo richiesti anche con l'ultima proroga. Comunque la Regione Toscana preso atto che al momento della richiesta di AIA la ditta non ha ottemperato a tutte le prescrizioni dovrebbe per rispettare quanto affermato nella Delibera della Giunta Regionale Toscana N 1414 del 18-11-2019 semplicemente rigettare tale richiesta, perché come ha giustamente sostenuto il rilascio delle nuove AIA è subordinato alla completa attuazione delle prescrizioni riguardanti la messa a norma degli impianti già in funzione.


Osservazione 11 La Ditta sostiene: "Il totale fabbisogno di energia elettrica della discarica, peraltro legato essenzialmente al sistema di pompaggio, sarà essenzialmente coperto tramite la produzione energetica derivante dall’impianto di recupero biogas.". Non sono fornite le prove che questo sarà possibile perché attualmente tale impianto, secondo le ultime notizie a nostra conoscenza, non è ancora efficiente e buona parte del biogas è ancora bruciato in torcia. Impianto la cui messa a punto è stata più volte annunciata e che puntualmente è stata smentita. E' stato risolto il problema della depurazione del biogas prima del suo avvio ai cogenatori? Perché tale operazione presenta le difficoltà dimostrate? Difficoltà che la ditta non riesca a superare?


Osservazione 12 L'abbandono del progetto di rialzo della ex-Lucchini non ha come conseguenza il fallimento della SpA Rimateria. La ditta ha autorizzati ancora circa 140.000 metri cubi di rifiuti da mettere nel cono rovescio, nel frattempo potrebbe attrezzarsi per iniziare a fare quello che il nome stesso indicava: dedicarsi al riciclo dei rifiuti per trasformarli in nuova materia utilizzabile in molti settori a cominciare dalle costruzioni stradali, ecc. Potrebbe quindi investire nella riattivazione degli impianti TAP e non in nuove discariche. Ditte del territorio da anni riciclano rifiuti edili, ecc. e stanno progettando l'ampliamento delle loro attività (richiesta concessione terreni all'interno del SIN) per rispondere alle esigenze delle bonifiche. L'utilizzo dei capannoni, oggi del tutto inutilizzati (attualmente usati solo come deposito dei rifiuti da sottoporre a controllo a campione), potrebbe fare sviluppare nuove attività ad esempio di gestione anche dei rifiuti urbani(compatibilmente con la presenza del centro abitato), settore che è invece completamente abbandonato. I ricavi di tali lavori potrebbero permettere sia di completare la messa a norma degli impianti che il pareggio dei debiti. Non è certo nostro compito indicare un piano industriale alternativo a quello proposto dalla dirigenza della SpA Rimateria che punta esclusivamente a fare nuove discariche, ma volevamo rilevare che altri piani industriali sono possibili e sostenibili. Certo non possiamo accettare il piano industriale proposto con la attuale richiesta di AIA che nei fatti nega le indicazioni sia della Regione Toscana che del Comune di Piombino e non intende attuare le prescrizioni ricevute. La Regione nella DGRT n.1414 del 18/11/2019 da una indicazione precisa, nei nuovi spazi di discarica: "potranno essere accolti soltanto rifiuti siderurgici prodotti nell'area siderurgica di Piombino ivi inclusi quelli abbancati in cumuli". La SpA ha invece già fatto richiesta al Demanio affinché sia cambiata la concessione che limitava proprio ai soli rifiuti siderurgici la tipologia dei rifiuti che è possibile mettere a dimora in tale area. Il senso di questa richiesta è quindi la volontà di non mettervi solo rifiuti inerti ma della stessa tipologia di quelli messi nella discarica ex-ASIU. Il vecchio progetto di costruire una discarica di tipo 7.1.c D.M. 27/09/2010 non è abbandonato ma solo rimandato. Infatti non solo hanno fatto tale richiesta al Demanio ma lo sottolineano espressamente in AIA quando affermano che accoglieranno la tipologia di rifiuti siderurgici solo: "Nelle more di modifica degli atti di concessione attualmente in essere con l’Agenzia del Demanio, la coltivazione avverrà esclusivamente con rifiuti da attività siderurgica in modo da ottemperare alla prescrizione di cui sopra". Cioè appena il Demanio accetta la modifica dell'atto di concessione vi metteranno altri rifiuti! Tale frase è ripetuta più volte e quindi la Regione Toscana accettando tale AIA accetterebbe implicitamente che nella nuova discarica appena il Demanio cambia la concessione, assecondando le richieste della Ditta, sarà possibile conferirvi altre tipologie di rifiuti oltre quelli di origine siderurgica. Hanno scritto che ignoreranno le prescrizioni che momentaneamente accettano. In sostanza la Regione accettando tale AIA negherebbe quanto affermato in modo esplicito nella DGRT n.1414. La contraddizione con quanto chiesto dal Comune di Piombino è evidente. Il Comune di Piombino ha con una Variante cambiato la destinazione d'uso dell'area discarica di Ischia di Crociano: "Obiettivo della variante è di indirizzare quindi il sito in oggetto verso una destinazione a parco/verde pubblico tale da porsi come elemento di protezione e riqualificazione ambientale: “con forte valenza di salvaguardia ambientale che elimini la possibilità di realizzarvi impianti che abbiano ricadute negative, ancorché modeste, sulla salute dei cittadini che abitano nelle vicinanze e su tutto il territorio della Val di Cornia; che permetta una riqualificazione paesaggistica della zona mediante la sua rinaturalizzazione.”. Tale nuova destinazione non si applica certamente alle attività precedentemente autorizzate ma certamente impedisce quanto non ancora autorizzato come le due nuove AIA richieste per costruire una nuova discarica sopra la ex-Lucchini e per la sua riunione con il colmo della ex-ASIU a 35,5 metri. Non è possibile per la SpA chiedere due nuove AIA unificate poiché la variante impedisce l'autorizzazione di nuove attività di discarica che certamente impattano negativamente sul territorio, non lo riqualificano paesaggisticamente e sono incompatibili con un parco verde che nascerà a fianco della ex-Lucchini . La Regione accettando tale AIA negherebbe un preciso indirizzo di programmazione territoriale espresso dal Comune di Piombino.


Osservazione n.13 La Ditta sostiene di accettare le prescrizioni che limitano ai soli rifiuti di origine siderurgica quelli da mettere nella nuova discarica sopra la ex-Lucchini. Ma hanno già smentito questa affermazione avendo richiesto al Demanio il cambiamento del contratto di concessione che a questo li obbligava. Nell'articolo 2 del contratto firmato con il Demanio possiamo infatti leggere: ".... Il bene dato in concessione dovrà essere destinato esclusivamente per la gestione della discarica di materiali derivanti da lavorazioni siderurgiche e, in parte,per viabilità piazzali, e deve essere compatibile con il Piano regolatore del Comune di Piombino. Ogni diversa utilizzazione comporterà la risoluzione immediata dell’atto ai sensi dell’art.6 del DPR 296/2005...". Ma cosa ancora più grave è che con l'approvazione dell'AIA richiesta vogliono ottenere il beneplacito a questa operazione (cambio del contratto di concessione) per il cambiamento dalla tipologia di rifiuti ammessi in discarica, questo è possibile leggerlo in modo chiaro nelle frasi: "Il sormonto della ex-Lucchini sarà realizzato quindi con rifiuti non pericolosi inorganici, a basso contenuto organico o biodegradabile (sottocategoria 7.1.a D.M. 27/09/2010). Nelle more di modifica degli atti di concessione attualmente in essere con l’Agenzia del Demanio, la coltivazione avverrà esclusivamente con rifiuti da attività siderurgica in modo da ottemperare alla prescrizione di cui sopra.". Centrale è la parola "Nelle more", cioè tratteranno esclusivamente rifiuti siderurgici fino a quando il Demanio non accoglie la richiesta di cambiamento del contratto di concessione. Ma che la volontà sia quella di costruire una discarica del tipo 7.1. c. (rifiuti speciali) al posto del tipo 7.1.a. (rifiuti inerti) come era la ex-Lucchini si può capire anche da un'altra evidenza. Non è vero che hanno cambiato il progetto presentato precedentemente che appunto prevedeva la coltivazione della discarica con rifiuti destinati a discariche del tipo 7.1.c. . I cambiamenti apportati sono minimi e la struttura che vanno a creare potrà facilmente riportarsi al progetto iniziale aggiungendo i pozzi di estrazione del biogas (non previsti per i rifiuti inerti nelle disacariche 7.1.a.). Se vogliono semplicemente rialzare la ex-Lucchini discarica di tipo 7.1.a. ed accettano di continuare a conferirvi per rialzarla rifiuti di tipo inerte(siderurgici) perché ,risparmiando denaro e tempo di realizzazione, non continuare semplicemente a conferirvi sopra la stessa tipologia di rifiuti? Perché non eseguono il rialzo seguendo il procedimento utilizzato per la ex-ASIU? La realtà è che una discarica di tipo 7.1.a. non ha le caratteristiche per ospitare i rifiuti che vanno in una discarica di tipo 7.1.c come quella ASIU (maggior numero di pozzi di estrazione del percolato, pozzi di estrazione del biogas, ecc..), così chiudono la ex-Lucchini e sopra vi costruiscono una nuova discarica che potrà facilmente essere convertita in 7.1.c., basterà aumentare il numero di pozzi dei estrazione del biogas, ecc...dopo avere ottenuto l'AIA ed il cambiamento del contratto di concessione del Demanio. Può la Regione avvallare tale scelta resa volutamente evidente nella stessa richiesta di AIA?


Osservazione n.14 Ricordiamo cosa dice la legge stabilità dalla Regione Toscana a proposito dei criteri escludenti la possibilità della presenza di un impianto dedicato ad accogliere rifiuti, questo non è ammesso in: " Aree con presenza di centri abitati, secondo la definizione del vigente codice della strada, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di 500 metri fra il perimetro del centro abitato e il perimetro dell’impianto;" “ Aree inserite nel presente Piano regionale ai sensi dell’art. 9 comma 2 della l.r. 25/98 ai fini della bonifica o messa in sicurezza, così come stabilito dall’art. 13 comma 5 della stessa l.r. 25/98”. Dato che Colmata è un centro abitato non possono essere concesse NUOVE AIA per la creazione di NUOVI spazi di discarica per 350.000 metri cubi. Dato che la discarica ex-Lucchini come facilmente rilevabile da qualsiasi cartina fornita dal Ministero fa parte del SIN non è possibile concedere una nuova AIA per la creazione di NUOVI spazi di discarica per 350.000 metri cubi senza che prima non sia stata certifica e verificata la sua messa in sicurezza permanente. Ricordiamo infine che la nuova variante per l'area di Ischia di Crociano impedisce la creazione di nuove attività di discarica in zona.


Osservazione n.15 Il precedente progetto prevedeva nella nuova discarica costruita sulla ex-Lucchini una nuova tipologia di rifiuti, quelli destinati alle discariche 7.1.c. del tutto simili ai rifiuti speciali non pericolosi messi nel cono rovescio e sulla discarica ASIU-Rimateria. La discarica ex-Lucchini era invece una discarica per inerti del tipo 7.1.a ed è per questo che il progetto prevede ancora di separare le due discariche. La S.p.A. Rimateria afferma di accettare la limitazione dei rifiuti da mettere sopra la ex-Lucchini alla sola tipologia degli inerti ed in particolare i rifiuti siderurgici della zona ( ma per inciso ricordiamo: afferma che lo farà solo fino a quando il Demanio non cambia l'atto di concessione per permetterle di tornare poi alla coltivazione 7.1.c.....). Ma se viene accettata questa nuova tipologia di rifiuti(inerti al posto di quelli speciali non pericolosi del progetto iniziale) è necessario rifare tutti i conti inerenti l'aspetto geotecnico del progetto che vagliavano quali conseguenze il peso che si aggiunge alla ex-Lucchini (fino a quota 35,5 metri) avrà sul fondo della discarica ex-Lucchini costruita con norme diverse dalle attuali e quali sul corpo prismatico (il cono rovescio che appoggerà sulla ex-Lucchini , sulla nuova discarica che vi costruiscono sopra, sulla discarica ASIU-Rimateria), la verifica di stabilità, ecc.... Tutte le analisi geotecniche precedenti si basavano sull'assumere come peso dell'unità di volume dei rifiuti uguale al tipo di quelli abbancati nella discarica ASIU-Rimateria. Ma se si intende realmente adottare la tipologia di rifiuti indicati dalla regione inerti di origine siderurgica(polveri, scorie,ecc.) questi hanno un peso per unità di volume differente e di conseguenza i conti vanno rivisti. Le analisi eseguite considerano il differente peso della tipologia di rifiuti che la Regione ha imposto di adottare al posto dei rifiuti speciali non pericolosi previsti nel precedente progetto?


Osservazione 16 Il progetto industriale presentato dalla SpA non è l'unico possibile. Esso corrisponde alle esigenze ed ai soli interessi dei soci privati che necessitano di spazi di discarica per conseguire indubbi vantaggi nel settore della intermediazione dei rifiuti speciali da loro svolto in tutta Italia. Disponendo di discariche di proprietà possono vincere la concorrenza di altri intermediari ed offrire il ritiro di rifiuti speciali a prezzi migliori( forse diminuendo il profitto di Rimateria) e successivamente guadagnano (anche se in misura molto minore dato che non è la loro principale fonte di profitto) nella messa in discarica. Per questo motivo il settore del riciclo che doveva essere la principale missione di RiMateria (come indica lo stesso nome) è stato abbandonato. La principale fonte di profitto dei soci privati è nella gestione di spazi di discarica, spazi che si stanno leticando. Che la SpA Rimateria non sia una azienda destinata a fallimento è evidenziato dalla causa intentata da Unirecuperi contro Navarra per sottrargli la sua parte di quote e divenire l'azionista di maggioranza. Allora la scelta del concordato fallimentare acquista la funzione di assicurare sotto il controllo del Tribunale la conferma del piano industriale scelto dai privati ed indirizzato a sostenere esclusivamente i loro propri profitti ed impedire un diverso piano industriale capace di profitto ma svolgendo attività che migliorano e sono utili al nostro territorio e danno i maggiori guadagni alla SpA. RiMateria posto sotto il controllo pubblico avrebbe la possibilità di sostenersi dedicandosi al riciclo. Questa possibile fonte di guadagno è evidenziata dagli investimenti che altre ditte del territorio, con strutture ed impianti simili a Rimateria, hanno intrapreso con profitto in tale settore. Perché non è prevista la riattivazione degli impianti T.A.P., perchè i capannoni non sono sfruttati?

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