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Immagine del redattoreLa Piazza Val di Cornia

Discariche e bonifiche: l'impegno approvato e dimenticato

Abbiamo appreso dalla stampa che il progetto della messa in sicurezza della falda superficiale del SIN, dopo un travaglio durato più di dieci anni, è finalmente definito e finanziato.

Ci sembra opportuno dunque ricordare il percorso della “vicenda discariche”.

Noi de “La Piazza della Val Di Cornia" pubblicammo una proposta di modifica del percorso della trincea drenante (ancora consultabile sul nostro blog) che fu portata in Consiglio Comunale e deliberata all’unanimità in data 17 dicembre 2021. Alla base c'erano, in sintesi, le seguenti motivazioni:

a) la perdita di percolato dalle discariche “ex-ASIU” ed “ex-Lucchini aperta” che determinava inquinamento della falda superficiale;

b) la mancata bonifica della discarica “ex-Lucchini chiusa” che, priva di telo di fondo, a sua volta inquinava la falda sottostante

c) i cumuli di rifiuti siderurgici abbancati sull’area LI53aR provocavano inquinamento della falda sottostante al pari di quelli presenti sulla “trentasei ettari, inseriti all’interno della trincea drenante per la messa in sicurezza della falda superficiale;

d) l’inquinamento determinato dalla discarica “ex ASIU” non era valutabile con precisione, dal momento che non conosciamo la tipologia dei rifiuti ivi conferiti a suo tempo dall'azienda Lonzi e RaRi, visto che per vari motivi sono sempre stati impediti i carotaggi.


Il nostro gruppo propose di inserire tutta l’area delle discariche all’interno della trincea drenante per evitare che la falda superficiale continuasse ad essere inquinata. Tale modifica comportava l'inserimento della discarica “ex ASIU” (al pari delle altre e della LI53aR) all’interno del SIN. In questo modo il percorso della trincea drenante sarebbe stato addirittura più breve e quindi meno costoso di quello previsto, che costeggiava l’intero perimetro dell’area allora gestita da Rimateria tenendola tuttavia incomprensibilmente fuori.

La stessa ARPAT evidenziava che “con la relazione del gestore, lo scenario del sito LI53aR vede aggiungersi una nuova sorgente di contaminazione. A parere di questa Agenzia è necessario che il titolare della bonifica, la soc. Rimateria, o chi la rappresenta considerato lo stato di fallimento provveda tempestivamente ad attivarsi per aggiornare il procedimento di bonifica in corso sulla base del titolo V parte IV del D.lgs.156/06 e s.m.i….” e precisiamo che con “nuova sorgente di contaminazione” ARPAT si riferiva alla “ex Lucchini aperta” il cui telo lascia passare il percolato.

A corollario di tutto questo chiedevamo di effettuare i carotaggi sulla discarica ex ASIU, le analisi richieste da ARPAT (cioè lo studio idrogeologico della zona, l’analisi geoelettrica, quella isotopica nei periodi di magra ecc.) e sottolineavamo che la rimozione dei cumuli presenti sulla LI53aR, al pari di quelli presenti sulla “trentasei ettari”, avrebbe consentito di riciclarli e di utilizzarne la maggior parte come materiale per sottofondo stradale o per altri usi nel settore edilizio. Pur in presenza della trincea drenante e del sistema di depurazione la rimozione di detti cumuli e del materiale inquinante presente all’interno di tale aree resta infatti un elemento fondamentale.


Prendiamo atto del fatto che, nonostante tutte le forze politiche (sia quelle di maggioranza, sia quelle di opposizione) si fossero dichiarate favorevoli alla nostra proposta, nessuna ha mai mosso un dito perché venisse effettivamente realizzata e ad oggi il percorso della trincea drenante non include le aree ex Rimateria. Sarà interessante (ma anche piuttosto deludente, a nostro avviso) vedere come questo tema sarà affrontato dalla nascente campagna elettorale, già iniziata nelle pagine dei quotidiani locali. Siamo anche curiosi di sapere che ne è stato della famosa Commissione di inchiesta su Rimateria e sul debito Asiu: non tutti sono di memoria corta e a qualcuno le forze politiche dovranno pur rendere conto, prima o poi.


Riteniamo inoltre che la terra movimentata a seguito dello scavo della suddetta trincea non possa essere lasciata all'interno dell'area, perché si andrebbero a costituire altri depositi di materiale probabilmente inquinato. La soluzione definita e finanziata non prevede poi il riutilizzo di parte dei cumuli. L'unico luogo dove conferire correttamente la terra di scavo inutilizzabile è la discarica: per questo abbiamo sempre sostenuto che bonifica e discariche sono strettamente collegate, che la discarica deve essere al servizio delle bonifiche.

Tutto questo potrebbe avvenire con la riacquisizione della discarica da parte dello Stato, che potrebbe porre in atto le opere necessarie al ripristino ambientale e riutilizzare i cumuli di rifiuti siderurgici abbancati attraverso la TAP, già in possesso delle licenze dovute. Al contrario la privatizzazione di Rimateria voluta dalla precedente Amministrazione (attraverso la vendita delle due quote del 30% ai privati) ha fatto sì che la finalità della discarica sia diventata solo quella del profitto, con richieste di ampliamento degli spazi di discarica e della tipologia dei rifiuti da conferirvi che vengono infatti oggi puntualmente riproposte da Rinascenza Toscana.


Concludendo, chiediamo come gruppo “La Piazza della Val Di Cornia":

- la messa in sicurezza delle discariche (con la bonifica della LI53aR);

- di eseguire i carotaggi sulla ex ASIU;

- di non concedere deroghe alle prescrizioni sui rifiuti conferibili in discarica;

- di bocciare il piano di Rinascenza Toscana (che prevede inceneritore, trattamento di fanghi, bottini, rifiuti organici ecc.);

- di far rispettare la distanza dal centro abitato di COLMATA;

- di impedire il “sopralzo della ex Lucchini” che tale non è, trattandosi di una vera nuova discarica;

- la riacquisizione della discarica da parte dello Stato, con uso degli spazi a disposizione a partire dal cono rovescio per le bonifiche.


Cordiali saluti

La Piazza della Val di Cornia

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